Il triste episodio che ha portato alla perdita della vita di Daniele Papa, un aspirante pilota di 22 anni, ha trovato finalmente una conclusione legale dopo quasi cinque anni. Lo scorso 2 aprile 2025, il tribunale di Roma ha chiuso il processo contro Cito Giannandrea, l’istruttore di volo di Papa, condannandolo a due anni di reclusione. Il fatto risale al 25 maggio 2020, quando l’allievo della scuola Urbe Aero di Roma ha perso la vita durante una pratica di volo.
Riflessioni sul tragico incidente e la sentenza
L’evento tragico si è verificato mentre Papa, accompagnato dall’istruttore, stava eseguendo una manovra di “touch and go”, una pratica comune che prevede un decollo immediato seguito dall’atterraggio. Tuttavia, il secondo tentativo di atterraggio ha portato a un incidente fatale che ha interrotto bruscamente i sogni del giovane cerveterano. La corte ha accertato che Giannandrea ha commesso errori significativi durante la manovra, non rispondendo adeguatamente alle difficili condizioni di volo. È emerso che l’istruttore non ha intrapreso azioni correttive necessarie per evitare l’impatto, come avrebbe dovuto fare in tali circostanze.
Nelle udienze precedenti, era stata richiesta una pena di tre anni, poiché la procura ha accusato l’istruttore di aver tentato un ammaraggio sul Tevere, sottovalutando le condizioni avverse e rischiando la vita di Papa. La sentenza di due anni, pronunciata dal giudice Santolini dopo un’attenta deliberazione, ha accolto in parte le tesi d’accusa sull’errore umano come causa principale dell’incidente.
Le parole di Franca Follesa, la madre di Daniele
Al termine del processo, Franca Follesa, madre di Daniele, ha espresso un misto di sollievo e dolore. Con lacrime agli occhi, ha dichiarato che, sebbene la giustizia non possa ridare il suo ragazzo, almeno può offrire un certo senso di chiusura. Franca ha ricordato Daniele come un giovane pieno di vita, il cui sogno di diventare pilota è stato interrotto in modo inaccettabile. La dinamica della tragedia è emersa in particolare attraverso le perizie richieste dalla corte, che hanno confermato quanto l’errore umano avesse contribuito all’incidente.
La madre ha inoltre sottolineato il significato di questa sentenza per la sua famiglia. “Lo ricorderemo per sempre come un ragazzo dal cuore d’oro,” ha detto, e il peso di questa perdita rimarrà sempre con loro. La sentenza rappresenta un passo importante per Franca, che ha cercato giustizia non solo per se stessa, ma anche per onorare la memoria del figlio.
Considerazioni sull’istruttore e la dinamica dell’incidente
La questione dell’istruttore Giannandrea è stata centrale nel dibattito processuale. È emerso che l’istruttore, originario della Puglia, aveva affrontato un viaggio lungo per raggiungere Roma, il che ha potuto influenzare negativamente il suo stato psicofisico. Questo elemento è stato evidenziato dal pubblico ministero Maria Gabriella Chiusolo, la quale ha ritenuto che il viaggio possa aver compromesso la lucidità necessaria per gestire le situazioni critiche a bordo.
La testimonianza di Giannandrea ha cercato di metterlo in una luce più favorevole; ha infatti ribadito di aver tentato ulteriormente di salvare Papa dopo l’ammaraggio. Tuttavia, la corte ha ritenuto che non agire in modo corretto durante il secondo tentativo di volo costituisse una responsabilità diretta per l’incidente.
La sentenza rappresenta quindi un momento significativo in questo caso, poiché riflette non solo le conseguenze legali dell’incidente, ma anche le implicazioni morali e umane. Daniele Papa sarà sempre ricordato per il suo sogno spezzato e per la gioia che ha portato a chi lo conosceva.