Un’importante vicenda giudiziaria si sta sviluppando a Milano, dove undici esponenti dell’area anarchica-antagonista sono stati mandati a processo per vari reati legati a un corteo svoltosi l’11 febbraio 2023. Questo evento si era tenuto in solidarietà a Alfredo Cospito, un detenuto che stava portando avanti uno sciopero della fame contro il regime del 41 bis. La decisione del giudice per l’udienza preliminare, Massimo Baraldo, ha confermato l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e travisamento.
Il corteo del 2023 e il ruolo di Alfredo Cospito
Il corteo di Milano dell’11 febbraio 2023 ha visto la partecipazione di oltre 400 persone, accorse per esprimere solidarietà a Alfredo Cospito, detenuto nel carcere milanese di Opera. Cospito è noto per la sua ferma opposizione alle condizioni del 41 bis, un regime penitenziario severo che prevede un isolamento totale. Il suo gesto estremo, lo sciopero della fame, ha attirato l’attenzione su problematiche legate alla detenzione e sulle condizioni di vita dei prigionieri. I manifestanti, convinti sostenitori della causa, hanno affollato le strade nella speranza di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Il corteo, tuttavia, ha preso una piega violenta con atti di vandalismo. Durante la manifestazione, sono stati danneggiati diversi negozi, in particolare le vetrine, e il lancio di oggetti verso le forze dell’ordine ha causato ferite a sei agenti. Le forze dell’ordine, intervenute per mantenere l’ordine pubblico, hanno dovuto affrontare situazioni critiche, rendendo necessario l’uso di misure d’emergenza. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulle dinamiche di protesta e sull’uso della violenza in risposta a temi sociali e politici.
Le decisioni del giudice e lo sviluppo del processo
In seguito agli eventi del corteo, il gup Massimo Baraldo ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Francesca Crupi e Leonardo Lesti, dando avvio al processo per undici imputati. L’accusa per i vari reati contestati può comportare pene significative, e la posizione di un tredicesimo imputato è stata stralciata in quanto irreperibile. Un’altra persona coinvolta ha ottenuto la messa alla prova, evidenziando la complessità del caso e le diverse situazioni degli imputati.
Gli undici rinviati a giudizio saranno assistiti da un team di avvocati, tra cui professionisti come Eugenio Losco, Mauro Straini, Margherita Pelazza e Mirko Mazzali. Le udienze si apriranno il 10 dicembre presso la decima sezione penale del tribunale di Milano, dove verranno esaminate le prove e ascoltate le testimonianze, in un processo che promette di essere un’ulteriore occasione di dibattito pubblico sui temi della libertà di espressione e delle manifestazioni.
L’inchiesta e le misure cautelari
A fine giugno 2023, l’inchiesta ha visto l’emissione di sei misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, che hanno subito restrizioni di movimento. Questi includono un divieto di dimora, due divieti di dimora con obbligo di firma e tre misure di obbligo di dimora. Con la chiusura dell’inchiesta, il numero degli indagati è cresciuto fino a tredici, con un’età media tra i venti e i trenta anni, ad eccezione di un uomo di 55 anni accusato di travisamento. Gli indagati risiedono in province come Milano, Brescia e Trento, a dimostrazione della diffusione del fenomeno anarchico in diverse aree del paese.
La complessità dell’inchiesta e il numero di persone coinvolte rendono chiaro che le questioni sollevate dal corteo sono di rilevanza nazionale, toccando temi di giustizia e di ordine pubblico. I prossimi sviluppi processuali potrebbero fornire ulteriori chiarimenti sulla situazione, mentre continuerà il dibattito sulla libertà di manifestare e sul diritto di esprimere dissenso, in un’epoca in cui le tensioni sociali sono sempre più palpabili.
Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 da Sofia Greco