La testimonianza di Massimo Adriatici, ex assessore alla Sicurezza di Voghera, si è rivelata un momento cruciale all’interno del processo che lo vede accusato di eccesso colposo di legittima difesa per la morte di Youns El Bossettaoui. Il tragico evento risale al 20 luglio 2021, quando in piazza Meardi si verificò un alterco che culminò in un colpo di pistola. Durante l’udienza odierna, Adriatici ha descritto la situazione di angoscia e paura che ha vissuto quella sera, segnando uno dei punti più drammatici del caso.
Il racconto di una serata tragica
I fatti di piazza Meardi
La sera del 20 luglio 2021, un incidente inaspettato ha avuto luogo nel centro di Voghera, precisamente in piazza Meardi. Massimo Adriatici ha ricostruito ciò che ha vissuto: “Ho visto Youns rovesciare i tavoli esterni di un ristorante.” Questa scena di caos ha creato una situazione di tensione palpabile, che ha portato a un confronto diretto tra Adriatici e El Bossettaoui.
L’ex assessore ha espresso chiaramente come si sia sentito aggredito: “Non ho mai pensato di avere il diritto di togliere la vita a qualcuno,” ha dichiarato. La testimonianza si concentra su come la sua paura sia stata amplificata dal comportamento di Youns, che lo avrebbe avvicinato in modo minaccioso. Adriatici ha affermato di aver visto Youns avvicinarsi e di aver deciso di mostrare la propria pistola come gesto di difesa.
Un momento di panico
Nel corso della deposizione, Adriatici ha sottolineato come gli eventi siano accaduti rapidamente, lasciandolo in uno stato di shock e confusione. “Dopo aver ricevuto un pugno, ho avuto un vuoto. Non ricordo nulla,” ha affermato, evidenziando il suo stato psicologico in quel momento critico. La testimonianza si è rivelata intensa e difficile, mettendo in luce il tormento interiore dell’ex assessore, che da tre anni vive con il peso di un evento tragico che ha cambiato profondamente le sue e le vite degli altri coinvolti.
Le conseguenze di un’azione fatale
Riflessioni post-incidente
Al termine della sua deposizione, Adriatici ha rilasciato una dichiarazione emotivamente carica: “Mi dispiace molto per l’epilogo che questa aggressione ha prodotto,” riferendosi alla morte di Youns El Bossettaoui, un uomo di 39 anni di origini marocchine, noto per i suoi problemi psicologici e il suo stato di senza fissa dimora. L’ex assessore ha dimostrato sensibilità e consapevolezza nei confronti del dolore dei familiari della vittima, sottolineando che l’idea di aver causato una tale perdita lo tormenta ogni giorno.
L’udienza ha visto anche il pubblico ministero Roberto Valli e il giudice Valentina Nevoso porre domande che hanno cercato di chiarire i dettagli della dinamica tra i due uomini. L’aspetto emotivo di questa vicenda rimane predominante, con Adriatici che cerca di giustificare le sue azioni in una situazione di emergenza. La morte di Youns è avvenuta a causa di un’emorragia associata al proiettile esploso dalla pistola dell’ex assessore.
Implicazioni legali e sociali
Il processo non è solo una questione di giustizia penale ma solleva anche interrogativi su temi più ampi come la legittima difesa, la vulnerabilità delle persone con problemi psicologici e il ruolo delle istituzioni locali nel garantire la sicurezza pubblica. La comunità di Voghera segue gli sviluppi del caso con grande attenzione, consapevole che la sentenza avrà ripercussioni significative sia dal punto di vista legale che sociale.
La complessità del caso pone in evidenza l’importanza di considerare ogni aspetto umano e legale nelle situazioni di violenza, un fenomeno che, purtroppo, continua a verificarsi nella società moderna.
Ultimo aggiornamento il 18 Settembre 2024 da Sara Gatti