Processo per omicidio preterintenzionale a Milano: guardie giurate sotto accusa per la morte di Giovanni Sala

Processo per omicidio preterintenzionale a Milano: guardie giurate sotto accusa per la morte di Giovanni Sala

Due guardie giurate a processo per omicidio preterintenzionale a Milano, dopo la morte di Giovanni Sala durante un intervento controverso. Familiari si costituiscono parte civile nel procedimento.
Processo per omicidio preterin Processo per omicidio preterin
Processo per omicidio preterintenzionale a Milano: guardie giurate sotto accusa per la morte di Giovanni Sala - Gaeta.it

Due guardie giurate sono state mandate a processo per omicidio preterintenzionale a Milano, legato alla morte di Giovanni Sala. L’episodio, avvenuto tra il 19 e il 20 agosto 2023 presso la sede di Sky a Rogoredo, ha sollevato un acceso dibattito sul ruolo delle forze di sicurezza nel trattamento delle persone in stato di alterazione. Il caso ha trovato nuovo risalto dopo la decisione del giudice di accogliere la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura.

La dinamica dell’incidente

Secondo le indagini della Squadra mobile, Giovanni Sala, 34 anni, trovandosi in evidente stato di alterazione, venne fermato dai vigilantes. La ricostruzione degli inquirenti rivela che l’uomo fu immobilizzato a terra da una delle guardie, la quale gli avrebbe tenuto un ginocchio sulla schiena per più di un minuto. Questo intervento, oltre a risultare discutibile, si concluse tragicamente con la morte del 34enne, dovuta a un arresto cardiaco. A seguito di questi eventi, la Procura si è vista costretta a modificare l’accusa da omicidio colposo a omicidio preterintenzionale.

Il processo e le parti civili

Il giudice dell’udienza preliminare, Patrizia Nobile, ha fissato la data di inizio del processo per il 19 maggio, dinanzi alla Corte d’Assise. I familiari di Sala, tra cui genitori, il fratello e zii, si sono costituiti parte civile nel procedimento. Sono rappresentati dagli avvocati Andrea Orabona e Giulia Piva, i quali hanno dichiarato di cercare “verità e giustizia” per la morte del loro congiunto. È importante sottolineare che, accanto agli imputati, figura anche la società Italpol Vigilanza, che ha assunto le due guardie giurate oggi sotto accusa.

Le dichiarazioni della Procura

Nel corso delle indagini, il Pubblico Ministero Alessandro Gobbis ha descritto l’azione dei vigilantes come caratterizzata da eccesso di violenza, definendo quella notte “un’escalation di istinti prevaricatori”. La Procura ha evidenziato che non sussisteva “alcuna necessità di tutelare persone o cose da pericoli concreti”, rendendo ancora più controversa la decisione degli agenti di intervenire in quel modo. La sofferenza e la confusione di Sala, che durante l’immobilizzazione avrebbe esclamato frasi sconnesse quali “mi stanno inseguendo, chiamare police”, hanno compresso in sé il dramma di un uomo in crisi.

La difesa delle guardie giurate

Le due guardie giurate, di 46 e 64 anni, sono assistite dagli avvocati Camilla Urso e Sandro Clementi, i quali si preparano a difenderle nel processo imminente. È probabile che la loro difesa si concentri su vari aspetti legati alle condizioni in cui Sala si trovava e all’interpretazione dell’uso della forza, utile a garantire la sicurezza pubblica. La volontà della difesa potrebbe essere quella di dimostrare che l’intervento fosse giustificato rispetto al contesto in cui si è verificato, anche se le prove raccolte fino a questo momento sollevano dubbi sul corretto uso della forza da parte dei vigilantes.

L’attenzione su questo caso proseguirà nei prossimi mesi, con la comunità che attende di conoscere gli sviluppi e le sentenze che emergeranno dal processo.

Change privacy settings
×