Processo per omicidio volontario: l'artigiano aretino difende la sua casa e la sua famiglia

Processo per omicidio volontario: l’artigiano aretino difende la sua casa e la sua famiglia

Il processo per omicidio volontario di Sandro Mugnai, accusato di aver ucciso il vicino Gezim Dodoli durante un attacco con una ruspa, solleva interrogativi sulla legittimità della difesa.
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Processo per omicidio volontario: l'artigiano aretino difende la sua casa e la sua famiglia - Gaeta.it

Sabrina l’Arezzo, la Corte di Assise ha avviato un processo che ha catturato l’attenzione della comunità. Al centro della vicenda c’è Sandro Mugnai, un artigiano di Arezzo accusato di omicidio volontario per il decesso di Gezim Dodoli, un vicino di casa colpito a fucilate da Mugnai il 5 gennaio 2023. I fatti si sono svolti all’interno di un contesto drammatico, quando Dodoli ha tentato di abbattere l’abitazione di Mugnai con una ruspa. Il caso solleva interrogativi sulla legittimità della difesa e sulla dinamica della tragedia.

Il processo e la formazione della corte

Il processo è iniziato sabato 15 marzo davanti alla Corte d’Assise di Arezzo, presieduta dalla giudice Anna Maria Loprete e coadiuvata dal giudice togato Giorgio Margheri insieme a sei giudici popolari. L’udienza iniziale ha avuto una natura principalmente tecnica, durante la quale sono stati ammessi i testimoni delle varie parti coinvolte. Tra essi, i familiari presenti quella notte, alcuni connazionali della vittima albanese, carabinieri, e specialisti del Ris di Parma, che hanno partecipato alle indagini.

I legali di Mugnai hanno sostenuto che l’imputato ha agito per difendere la propria vita e quella dei suoi familiari. Dall’altro lato, le parti civili sostengono che Mugnai abbia aperto il fuoco prima ancora che l’escavatore di Dodoli cominciasse l’attacco alla sua casa, avvenuto in un contesto di forte tensione. Durante l’udienza è stata richiesta anche la trascrizione della chiamata al numero di emergenza 112 fatta da Mugnai quella drammatica sera. La Corte ha fissato una nuova udienza per l’8 aprile, quando saranno ascoltati altri testimoni citati dal pubblico ministero Laura Taddei.

La cronaca della serata del delitto

La serata del 5 gennaio 2023 è stata segnata da eventi che hanno portato a una tragedia. Secondo quanto riportato, Mugnai e la sua famiglia si trovavano a casa quando Gezim Dodoli ha fatto irruzione con una ruspa. L’escavatore, manovrato dalla vittima, ha travolto quattro auto nel piazzale, e successivamente ha iniziato a demolire l’abitazione di Mugnai. Davanti a questa minaccia diretta, l’artigiano ha impugnato il suo fucile da caccia, sparando cinque colpi che hanno causato la morte di Dodoli.

Immediatamente dopo l’accaduto, i carabinieri hanno arrestato Mugnai con l’accusa di omicidio volontario. Tuttavia, dopo qualche giorno, il giudice per le indagini preliminari, Giulia Soldini, ha deciso di rilasciarlo, riconoscendo in un primo momento la legittima difesa. Questo verdetto sembrava portare all’archiviazione del caso, ma la Procura, rappresentata dal pubblico ministero Laura Taddei, ha chiesto un rinvio a giudizio per Mugnai, accusandolo di eccesso colposo di legittima difesa e proponendo una pena di 2 anni e 8 mesi.

L’evoluzione del caso e le nuove accuse

La vicenda ha subito un cambiamento decisivo quando il giudice dell’udienza preliminare, Claudio Lara, ha escluso che ci fosse eccesso colposo di legittima difesa. Questo ha costretto il magistrato a riesaminare il caso, imponendo una nuova accusa di omicidio volontario nei confronti di Mugnai. Le complesse dinamiche del contesto in cui si sono consumati i fatti rendono la situazione particolarmente delicata. La nuova udienza preliminare, conclusasi il 24 gennaio, ha portato all’ipotesi di rinvio a giudizio per l’artigiano aretino.

L’andamento del processo evidenzia come la rilevanza di taluni dettagli, come il momento esatto in cui sono stati esplosi i colpi, possano avere un peso cruciale sul giudizio finale. Le testimonianze della famiglia di Mugnai, del restante pubblico e dei testimoni oculari si preannunciano fondamentali per chiarire le circostanze in cui è avvenuto il tragico evento. La comunità di San Polo attende con ansia l’evolversi della situazione giuridica, mentre l’eco di questa tragedia continua a risuonare tra i residenti.

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