Processo per truffa agli anziani: rinviati a giudizio 12 membri di una banda operante a Roma e Napoli

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Processo per truffa agli anziani: rinviati a giudizio 12 membri di una banda operante a Roma e Napoli - Gaeta.it

Un importante sviluppo nel caso di una truffa ai danni di anziani ha portato al rinvio a giudizio di dodici membri di una banda che ha operato in Italia, principalmente a Roma e in alcune zone di Caserta, depredando circa ottanta vittime. Le indagini hanno svelato un'organizzazione altamente strutturata, capace di ingannare politici e cittadini con storie di emergenza.

Dettagli del rinvio a giudizio

Il processo avrà luogo presso il Settimo Collegio del Tribunale di Roma, con la prima udienza fissata per il 5 novembre. La notizia segna un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata, in particolare quella rivolta agli anziani, un segmento vulnerabile della popolazione. La banda in questione viene accusata di truffe sistematiche che hanno generato un guadagno illecito consistente.

Le indagini hanno portato a scoprire che la banda, originaria della zona di Materdei a Napoli, era gestita dalla famiglia Uccello, con Giovanni Uccello e i suoi figli Alfonso ed Eduardo ai vertici. Questi avevano stabilito un vero e proprio "call center" per le truffe, centralizzando le attività illecite all'interno di un appartamento in viale dei Gesuiti. Un altro membro chiave della banda, Giuseppe Romanelli, noto anche come ‘o zio, fungeva da interfaccia tra i vertici e i "trasfertisti", gli operativi sul campo.

Modus operandi della banda

Il modus operandi adottato dalla banda era estremamente abile e manipolativo. Agivano contattando telefonicamente le loro vittime, spesso spacciandosi per figure istituzionali come impiegati delle poste, avvocati o carabinieri. Le truffe erano orchestrate attraverso narrazioni studiate con cura, creando scenari di crisi che inducevano le vittime a trasferire denaro, gioielli o altri beni di valore.

Utilizzando storie plausibili riguardo a incidenti o emergenze familiari, i truffatori riuscivano ad agire con rapidità, spesso iniettando un forte senso di urgenza nelle comunicazioni. La capacità di convincere le persone a consegnare denaro contante e oggetti di valore era migliorata da una serie di script ben strutturati, che suggerivano le frasi da usare e le emozioni da suscitare. La strategia di approccio prevedeva anche la personalizzazione delle storie in base ai dati disponibili sulle vittime.

Evidenze investigative e arresti

Le indagini svolte dalle forze dell'ordine hanno rivelato un'organizzazione ben oliata, supportata da un manuale operativo dettagliato. Questo "vademecum" conteneva istruzioni scritte su come approcciare le vittime, le storie da raccontare e le tecniche di persuasione da applicare per ottenere i beni desiderati. I documenti sono stati trovati durante una serie di perquisizioni effettuate nei luoghi frequentati dai membri della banda.

Nel corso delle operazioni di polizia, avvenute a maggio, sette membri della banda sono stati arrestati, mentre dieci sono stati messi agli arresti domiciliari. Le perquisizioni hanno condotto al sequestro di circa 40.000 euro in contante, insieme a oltre 150 schede telefoniche e 30 telefoni cellulari. Inoltre, sono stati trovati un consistente numero di gioielli e altri oggetti preziosi, oltre al manuale operativo per le truffe.

Gli indagati e la difesa

Tra gli indagati che risponderanno in giudizio, si trovano nomi di spicco della banda, tra cui Giovanni, Alfonso e Eduardo Uccello, oltre a Giuseppe Romanelli e altri membri. Gli avvocati difensori del gruppo, tra cui Andrea Palmiero, Lumeno Dell'Orfano e Nicola Napolitano, rappresenteranno i rispettivi assistiti nel procedere legale in corso.

La prossima udienza si preannuncia come un momento cruciale, non solo per le vittime delle truffe, ma anche per l'intera comunità, segnalando un potenziale punto di svolta nella lotta contro le frodi rivolte agli anziani. La presenza di un'operazione di tale portata ha messo in luce l'importanza della vigilanza e della denuncia contro attività illecite che colpiscono i più deboli.

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