Napoli si trova al centro di un colpo di scena significativo nel processo che vede coinvolto Giuseppe Prinno, un noto esponente della criminalità organizzata attivo nella zona di Rua Catalana e accusato di estorsione aggravata. La decisione del tribunale di scarcerare Prinno, dopo la sua cattura nel dicembre 2023, ha sorpreso e inquietato molti, dato il contesto e i rischi che questa scelta comporta per la sicurezza cittadina.
La decisione del tribunale di Napoli
La prima sezione penale del Tribunale di Napoli, presieduta dalla giudice Stefania Daniele, ha ordinato l’immediata scarcerazione di Giuseppe Prinno, 69 anni, così come del nipote Dario Prinno, anch’egli arrestato nello stesso periodo. I due sono stati portati in libertà nel corso dell’istruttoria dibattimentale, dove la difesa ha presentato prove solide attinenti alla presunta vittima dell’estorsione. È emerso, infatti, che l’ex marittimo avrebbe potuto essere indagato per usura, rendendo quindi meno chiaro il quadro accusatorio contro i Prinno.
Il sospetto sullo stato della vittima è stato talmente significativo che lo stesso ex marittimo è stato ascoltato in aula il 21 marzo scorso, ma ha scelto di non rispondere alle domande. La giudice, tenendo conto di queste nuove informazioni, ha ritenuto opportuno disporre la liberazione degli imputati, evento confermato dalla stampa locale e che, come si può immaginare, potrebbe alterare i delicati equilibri della criminalità organizzata nel centro storico di Napoli. Le aree di piazza Bovio e Rua Catalana, fortemente legate ai clan, potrebbero risentire nel lungo termine di queste nuove dinamiche.
I dettagli dell’accusa
L’arresto di Giuseppe e Dario Prinno nel dicembre 2023 era inizialmente basato su accuse gravi di estorsione ai danni di un ex marittimo del quartiere. Secondo l’accusa, Giuseppe avrebbe minacciato la vittima dicendo: «Ti sei fatto i soldi in questi anni, eh?», prima di richiedere una somma di 5.000 euro destinata ai carcerati. Di fronte al rifiuto della vittima, si sarebbe scatenata la violenza: un pugno al volto da parte di Prinno e calci alle gambe da parte del nipote.
Le prove a sostegno dell’accusa si fondavano su tre elementi principali, che includevano due denunce presentate dalla vittima il 16 e il 20 novembre 2023, le immagini delle telecamere di sicurezza e un referto medico dell’ospedale dei Pellegrini. Quest’ultimo attestava sette giorni di prognosi per le contusioni subite dall’ex marittimo. Risulta evidente come la retorica dell’estorsione fosse supportata da dettagli tangibili e significativi, che avevano convinto gli inquirenti a procedere con l’arresto.
Ritorno in libertà e profilo criminale di Giuseppe Prinno
Giuseppe Prinno non è un volto nuovo nel panorama criminale di Napoli. Prima del suo arresto per estorsione, era già tornato in libertà nel maggio 2023 dopo aver scontato 15 anni di carcere per associazione mafiosa. Gli investigatori lo considerano una figura di alto profilo, con una lunga carriera nelle fila della criminalità organizzata, conosciuto per la sua capacità di influenzare e gestire le attività illecite della zona.
Con la sua scarcerazione, si apre un capitolo nuovo nel monitoraggio della criminalità a Napoli. Gli esperti del settore ora osservano con attenzione come questa situazione possa modificare gli attuali equilibri di potere all’interno delle organizzazioni mafiose. Gli eventi potrebbero portare a un rinnovato fermento tra i clan, con possibili tensioni o accordi inediti, considerando anche il grave rischio di escalation violenta. La città, in questo contesto, continua a combattere contro i pesanti strascichi della criminalità organizzata, un tema di frequente attualità che resta nel cuore di molte comunità.