La Procura Antimafia ha chiesto pene pesanti per i membri del clan Esposito-Masiello-Saltalamacchia, ex noto come il “superclan” dei Quartieri Spagnoli a Napoli, con richieste che superano i quattro secoli di carcere complessivi.
Pene fino a 20 anni di carcere per i capi del clan
I principali capi del clan Esposito-Masiello-Saltalamacchia, inclusi Antonio Esposito, Vincenzo Masiello ed Eduardo Saltalamacchia, si trovano ora di fronte a pene detentive che raggiungono fino a 20 anni di reclusione. Altri affiliati del clan sono stati oggetto di richieste di condanna che vanno dai 3 ai 16 anni di carcere.
Accuse di associazione mafiosa e traffico illecito
Gli imputati sono stati accusati di diversi reati, tra cui associazione di stampo mafioso, traffico di droga e armi, nonché tentati omicidi. Il clan è stato sgominato principalmente grazie a un’imponente operazione nel maggio del 2023, che ha portato all’arresto di oltre 50 individui legati all’organizzazione criminale.
Il processo in corso e la fase delle requisitorie
Il processo, che si sta svolgendo con procedura abbreviata, è giunto alla fase decisiva con le requisitorie dei pubblici ministeri. La prossima udienza è fissata per il 17 settembre, quando sarà il momento della difesa di fronte al tribunale.
L’inchiesta sull’esistenza del “superclan” e la chiusura di una piazza di spaccio storica
L’indagine che ha portato al processo ha svelato l’esistenza di un potente “superclan” con tre figure di spicco, frutto di una collaborazione tra i leader dei Quartieri Spagnoli. Inoltre, le indagini hanno portato alla chiusura di una storica piazza di spaccio gestita da Carmine Furgiero, nota come la “piazza della Sposa”.
Dati finanziari rivelati dalle indagini
Le indagini hanno rivelato che il clan ricavava oltre due milioni di euro all’anno dal traffico di sostanze stupefacenti nelle strette stradine dei Quartieri Spagnoli e aveva anche ambizioni di controllo nel settore occupazionale dell’ospedale Vecchio Pellegrini. Durante un vasto blitz, sono stati confiscati orologi di lusso e una somma consistente di denaro contante.
Le richieste di pena avanzate dalla DDA
Le richieste dettagliate di condanna deliberate dalla Direzione Distrettuale Antimafia riguardano un vasto numero di individui, con pene che variano da un minimo di 3 anni fino a un massimo di 20 anni e 4 mesi per alcuni imputati.
Il caso evidenzia la determinazione delle autorità nel contrastare fenomeni criminali radicati sul territorio, con la speranza di tracciare una linea netta nella lotta alla criminalità organizzata.