Produzione di olive e olio di alta qualità nel 2024 in Trentino: dati e sfide

Produzione di olive e olio di alta qualità nel 2024 in Trentino: dati e sfide

Il 2024 segna un anno cruciale per l’olivicoltura in Trentino, con qualità elevata ma produzione limitata a causa di condizioni climatiche avverse e malattie delle piante.
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Produzione di olive e olio di alta qualità nel 2024 in Trentino: dati e sfide - Gaeta.it

Il 2024 resterà un anno significativo per il settore olivicolo in Trentino, evidenziando una buona qualità ma una produzione limitata. Nonostante le potenzialità della regione, le rese sono state influenzate negativamente da condizioni atmosferiche poco favorevoli che hanno colpito tutto il Nord Italia. Durante un incontro tecnico, svoltosi recentemente, si è discusso sui risultati e le problematiche attuali nel settore.

L’evento tecnico: un’importante occasione di confronto

Il convegno che ha messo in luce la situazione del settore olivicolo si è avuto all’auditorium dell’oratorio di Arco. L’incontro ha visto la partecipazione della Fondazione Edmund Mach e ha riunito esperti e rappresentanti del settore agricolo provenienti da varie regioni. Tra i relatori, Maurizio Bottura, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico FEM, ha aperto il dibattito che ha visto la moderazione di Lanfranco Conte, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Sostanze Grasse.

Durante l’evento si è discusso non solo della gestione e difesa in campo delle olive, ma è stato anche un momento utile per illustrare gli aiuti disponibili per il settore olivicolo, attraverso bandi provinciali. L’analisi economica ha rivelato le sfide che i produttori devono affrontare, dalle difficoltà climatiche a problematiche legate alle malattie delle piante.

Relatori di spicco come Marco Stocco dell’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale – Friuli Venezia Giulia e Stefano Zanoni dell’Università degli Studi di Trento hanno condiviso esperienze e spunti di riflessione sul futuro della produzione olivicola, evidenziando l’importanza di metodi di coltivazione sostenibili e innovativi.

Dati sulla produzione olivicola in Trentino

Nel 2024, i frantoi dell’Alto Garda trentino hanno lavorato 2.845 tonnellate di olive, trasformandole in 311,4 tonnellate di olio. Questo porta a una resa del 10,95%, un dato considerato sotto la media nazionale. Le condizioni climatiche hanno certamente giocato un ruolo fondamentale: l’assenza di problematiche parassitarie ha comunque contribuito a garantire un olio di buona qualità, sebbene non particolarmente ricco di polifenoli, sostanze benefiche per la salute umana.

La rapida raccolta, concentrata in poche settimane, ha risultato in un prodotto finale di qualità. Tuttavia, il calo della produzione tradotto in numeri evidenzia le difficoltà affrontate dai coltivatori e la necessità di strategie più solide per la protezione e la qualità dell’olio.

Malattie e difese: le sfide del settore

Uno degli argomenti più delicati emersi durante l’evento riguarda le malattie fungine. Nel Nord Italia si segnala un incremento di cicloconio e piombatura, con un allerta particolare per l’occhio di pavone, che si è diffuso sulle varietà più vulnerabili. La presenza della tignola non ha comportato problemi rilevanti, tuttavia, la margaronia ha causato danni significativi.

Dal canto suo, l’area slovena sta levando il sipario su studi su acari eriofidi, di notevole interesse per gli oliveti. Questi organismi potrebbero avere un impatto sostanziale sull’allegagione delle olive, uno sviluppo cui i coltivatori locali dovranno prestare attenzione.

Metodi di difesa innovativi sono stati trattati, come l’uso di polveri di roccia, tra cui caolino e zeolite, che hanno dimostrato effetti positivi contro agenti di danno e stress abiotici. Queste pratiche possono migliorare la resa e le proprietà nutrizionali dell’olio, aprendo nuove strade verso la sostenibilità nel settore.

Progetti e finanziamenti per il futuro dell’olivicoltura

In chiusura dell’evento, la discussione si è spostata su possibili sviluppi futuri e opportunità. È emersa l’importanza delle prove in campo contro Pseudomonas savastanoi pv savastanoi, conosciuto come rogna dell’olivo, una malattia che sta proliferando nel nord Italia, complicando ulteriormente il panorama olivicolo.

La sperimentazione di nuovi metodi e prodotti, oltre a indagini sui costi di produzione, ha catturato l’attenzione degli operatori. La Fondazione Edmund Mach ha raccolto dati da 35 aziende olivicole, analizzando il contesto economico e sociale in cui operano. Sono stati presentati bandi provinciali volti a sostenere i produttori, creando opportunità di crescita e sviluppo per i giovani agricoltori, così da ridurre il fenomeno dell’abbandono delle aree coltivate.

Tutti questi aspetti sono centrali nel discorso sull’evoluzione della coltivazione delle olive in Trentino, un settore che si vuole orientare verso pratiche sempre più sostenibili e produttive.

Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Sofia Greco

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