Progetti italiani strategici per il recupero di materie prime critiche selezionati dalla Commissione Europea

Progetti italiani strategici per il recupero di materie prime critiche selezionati dalla Commissione Europea

L’Unione Europea seleziona 47 progetti strategici per il recupero e riciclo delle materie prime critiche, con quattro iniziative italiane che promuovono sostenibilità e autosufficienza nel settore.
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Progetti italiani strategici per il recupero di materie prime critiche selezionati dalla Commissione Europea - Gaeta.it

L’Unione Europea ha recentemente stilato una lista di 47 progetti strategici focalizzati sul recupero e il riciclo delle materie prime critiche, e tra questi spiccano quattro progetti italiani. Questi iniziative rappresentano un passo significativo verso l’autosufficienza dell’UE in termini di approvvigionamento di risorse fondamentali, mirando a ridurre le dipendenze da fonti esterne e a rendere le catene del valore più resilienti e sostenibili. Si tratta, in particolare, di progetti localizzati in Toscana, Lazio, Sardegna e Veneto, che abbracciano aree chiave come il recupero del palladio e il riciclo dei materiali delle batterie.

Importanza dei progetti di recupero

I progetti selezionati si integrano nel contesto del Critical Raw Materials Act, una legislazione europea che ha l’obiettivo di garantire un approvvigionamento sostenibile di materie prime critiche entro il 2030. Questo atto normativo stabilisce ambiziosi target: il 10% della domanda deve essere soddisfatto attraverso l’estrazione, il 40% attraverso la trasformazione e il 25% tramite il riciclo. L’Italia, con quattro iniziative riconosciute, sottolinea il proprio ruolo cruciale nel panorama europeo del recupero e riciclo delle materie prime.

Il progetto Alpha in Toscana per il palladio

Uno dei progetti di maggior rilievo è l’Alpha Project, portato avanti da Solvay Chimica Italia in Toscana, che mira a realizzare un impianto innovativo per il recupero del palladio dai catalizzatori esausti. Questo impianto, localizzato a Rosignano Marittimo, è progettato per riutilizzare il palladio per la produzione di nuovi catalizzatori, contribuendo a chiudere il ciclo dei materiali. La tecnologia che sarà implementata è stata sperimentata a livello di laboratorio ed è basata sull’uso di perossido di idrogeno ultrapuro, un materiale chiave per l’industria dei semiconduttori. Questo approccio non solo permette di gestire i rifiuti in modo più sostenibile, ma sostituisce la necessità di estrarre palladio dalle miniere.

Innovazione nel Lazio con il progetto Inspiree

Rimanendo nel contesto del recupero delle materie prime, il progetto “Life22-Env-It-Inspiree” in Lazio, promosso da Itelyum Regeneration, rappresenta un’innovativa iniziativa per il recupero delle terre rare dai magneti permanenti. Questi magneti, reperiti da dischi rigidi e motori elettrici, saranno sottoposti a un processo di disassemblaggio per estrarre le terre rare attraverso un metodo di idrometallurgia. Questo progetto, che può essere considerato pionieristico a livello europeo, si basa su precedenti esperimenti finanziati dalla UE e sul trasferimento tecnologico di un processo brevettato. La realizzazione di questo impianto non solo aumenterebbe l’efficienza del recupero, ma potrebbe anche ispirare altre iniziative di questo tipo sul territorio.

Le dichiarazioni del ministro Pichetto Fratin

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha evidenziato l’importanza di questi progetti, ribadendo come rappresentino una nuova prospettiva per il settore delle materie prime in Italia. Pichetto ha sottolineato il forte orientamento verso la circolarità, ponendo in risalto l’idea di valorizzazione delle risorse attraverso un approccio sostenibile e competitivo. La presenza di questi quattro progetti nel panorama europeo dimostra un impegno concreto dell’Italia nel campo del riciclo e della gestione sostenibile delle risorse, confermando la centralità del Paese in questa sfida eco-compatibile.

L’implementazione di questi progetti non solo promette benefici economici per le comunità locali ma contribuisce anche a un futuro più sostenibile, dove il recupero delle risorse diventa prioritario per preservare l’ambiente e promuovere un’economia circolare.

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