Progetto di impianto di liquefazione del metano a Pesaro: preoccupazioni della comunità locale

Progetto di impianto di liquefazione del metano a Pesaro: preoccupazioni della comunità locale

A Pesaro, il progetto di un impianto di liquefazione di gas naturale liquefatto da parte della Fox Petroli solleva preoccupazioni tra i residenti per la sicurezza e l’impatto ambientale.
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Progetto di impianto di liquefazione del metano a Pesaro: preoccupazioni della comunità locale - Gaeta.it

Un progetto ambizioso e controverso prende forma a Pesaro, dove la Fox Petroli intende realizzare un impianto di liquefazione di gas naturale liquefatto . Con una capacità di produzione prevista fino a 400 tonnellate al giorno, l’impianto sorgerà a soli 120 metri dalle abitazioni e a meno di un chilometro dal centro storico della città. Questa iniziativa ha sollevato molte preoccupazioni tra i residenti e le associazioni locali, in particolare per i potenziali rischi legati alla lavorazione del gas.

Preoccupazioni per la sicurezza dei residenti

Roberto Malini, co-presidente di EveryOne Group e portavoce del comitato Pesaro “NO GNL”, ha espresso forti timori riguardo alla sicurezza dell’impianto. Durante un’intervista ha sottolineato che la lavorazione del gas naturale presenta rischi significativi, tra cui la possibilità di esplosioni e incendi. Malini ha richiamato l’attenzione su incidenti recenti, come quello avvenuto in aprile nella capitale malesiana, Kuala Lumpur. In quell’occasione, un grave incendio ha distrutto circa 200 abitazioni, provocato oltre 140 feriti e costretto 305 residenti a evacuare le loro case, evidenziando il pericolo associato a simili impianti.

Queste preoccupazioni non sono infondate. La storia di incidenti legati alle strutture di lavorazione del gas mostra chiaramente i rischi che una comunità può affrontare. I residenti di Pesaro temono che situazioni simili possano verificarsi anche nella loro città, soprattutto considerando la vicinanza dell’impianto alle aree residenziali. La mobilitazione della comunità contro questa iniziativa ha iniziato a prendere piede, con manifestazioni e raccolte di firme a sostegno delle loro richieste.

L’area scelta per l’impianto rappresenta più rischi

Il progetto della Fox Petroli ha sollevato interrogativi sul criterio di scelta dell’area in cui sorgerà l’impianto. Malini ha evidenziato come questa localizzazione sia particolarmente problematica, in quanto situata in una zona sismica e alluvionale, con un terreno sabbioso soggetto al rischio di liquefazione. Tale combinazione di fattori può aumentare ulteriormente i pericoli associati a un eventuale malfunzionamento dell’impianto. La comunità locale ha quindi iniziato a chiedere chiarimenti sia alle autorità locali che agli organi competenti, sottolineando che un impianto di tale portata non dovrebbe essere costruito in una questione così vulnerabile.

Nonostante le critiche, l’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto è stata concessa. Questo ha portato a un innalzamento del livello di preoccupazione tra i cittadini e le associazioni di protezione ambientale. Le voci sono cresciute, chiedendo che venga posta una maggiore attenzione per garantire la sicurezza delle comunità più prossime all’impianto.

Azioni legali e mobilitazione della comunità

In risposta alle preoccupazioni crescenti, il comitato “NO GNL” ha deciso di agire formalmente contro l’autorizzazione concessa dalla Fox Petroli. Malini ha rivelato che sono state intraprese misure legali, tra cui una denuncia alla Commissione europea. Inoltre, sono stati pianificati ulteriori passaggi legali, come la presentazione di un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica italiana per richiedere l’annullamento della concessione governativa. Questo passo mira a richiamare l’attenzione sulle lacune nelle procedure di autorizzazione e sul possibile impatto sulle comunità locali.

Sebbene si tratti di un’iniziativa privata, la questione si è trasformata in un problema di grande rilevanza pubblica. Le conseguenze dell’impianto potrebbero non limitarsi ai suoi operai, ma coinvolgere un’intera comunità. La mobilitazione dei cittadini si fa sempre più forte e organizza incontri e dibattiti per discutere delle preoccupazioni e delle possibili alternative all’installazione di impianti di questo tipo.

La situazione a Pesaro potrebbe rappresentare un caso di studio importante su come le comunità possono intervenire di fronte a progetti industriali che minacciano la loro sicurezza e qualità di vita. La battaglia per la sicurezza si gioca non solo sul piano legale, ma anche su quello sociale e comunitario, con i cittadini che continuano a far sentire la loro voce.

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