La crescente necessità di tecnologie avanzate nell’agricoltura ha portato alla creazione di un progetto sostenuto dalla Fondazione Seneca, volto a sviluppare un dispositivo per la misurazione e l’applicazione della radiazione luminosa nelle coltivazioni. Sotto la direzione di María del Carmen Martínez Ballesta, il progetto prevede la realizzazione di un prototipo mobile con un investimento di 30.000 euro, destinato a rivoluzionare il modo in cui la luce viene utilizzata in agricoltura, specialmente in ambienti con limitazioni idriche.
Caratteristiche del prototipo di apparecchiatura mobile
Il cuore dell’iniziativa riguarda un dispositivo portatile in grado di misurare la radiazione e la luce LED, concepito con un braccio regolabile e articolato. Questa configurazione permette agli agricoltori e ai vivaisti di utilizzare il dispositivo sia in orientamento zenitale che per illuminare la chioma delle piante. Ciò che rende il prototipo di particolare interesse è la sua autonomia, che lo rende pratico per l’uso quotidiano nelle coltivazioni. I LED impiegati coprono un ampio spettro di lunghezze d’onda, il che consente applicazioni diversificate in base alle necessità specifiche delle varie colture.
I ricercatori agricoli dell’Università Politecnica di Cartagena si sono già impegnati nel testare questo prototipo, concentrandosi in particolare sull’uso delle luci LED in serra. Attraverso l’applicazione di impulsi luminosi nelle fasi fenologiche delle piante, gli studiosi cercano di analizzare come la luce possa influire sulla crescita, soprattutto quando le piante sono irrigate con acqua ad alta salinità. Questa tecnologia potrebbe rappresentare una risposta alle sfide agronomiche contemporanee, permettendo una maggiore efficienza nelle coltivazioni.
Risultati della ricerca e prospettive future
Nel corso delle prove, il peperone è stato selezionato come pianta di studio, data la precedente esperienza dei ricercatori che avevano già riscontrato risultati positivi nelle coltivazioni di questa varietà. I dati preliminari hanno mostrato che le piante trattate con luce LED hanno prodotto più frutti rispetto a quelle non sottoposte al trattamento, anche in condizioni di irrigazione salina. Questo suggerisce che l’ottimizzazione dell’illuminazione può essere un fattore chiave per ottenere raccolti più abbondanti e sani.
Tuttavia, le esigenze non terminano qui. I prossimi passi per il team di ricerca includono la regolazione dei protocolli di utilizzo, per definire al meglio i tempi e le modalità di applicazione della luce. Una delle sfide principali rimane lo sviluppo di un prototipo completamente autonomo, che garantisca un utilizzo efficiente senza la necessità di interventi manuali costanti. L’idea è sistematizzare il processo, rendendolo accessibile per gli agricoltori, specialmente in contesti dove le risorse idriche sono limitate.
Collaborazione tra ricerca e settore privato
Per il successo di questo progetto, la collaborazione tra il mondo accademico e l’industria è fondamentale. Cinque ricercatori, tra cui Cristóbal Solano, Jesús Ochoa e Juan Antonio-Fernández, lavorano a stretto contatto con i colleghi José Antonio Franco-Leemhuis e Sebastián Bañón. Oltre ai ricercatori dell’UPCT, l’azienda Secom, specializzata in illuminazione e con sede a Molina de Segura, gioca un ruolo attivo nella promozione delle tecnologie di luce artificiale, cercando di trasformare il modo in cui i produttori agricoli utilizzano le risorse luminose per migliorare la qualità dei raccolti.
In definitiva, l’integrazione di soluzioni innovative nel settore agricolo non solo contribuisce a migliorare i risultati delle coltivazioni ma rappresenta anche una risposta alle nuove sfide legate all’ambiente e alla sostenibilità delle produzioni agricole.
Ultimo aggiornamento il 12 Novembre 2024 da Sofia Greco