La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, progetto che unisce Calabria e Sicilia, continua a suscitare forti polemiche e dibattiti. Attualmente, il Cipess è atteso ad una decisione che potrebbe avvenire tra aprile e maggio, un momento cruciale per il futuro dell’opera. Nonostante l’intenzione di iniziare i lavori, il percorso è intriso di ostacoli, tra cui attacchi legali e preoccupazioni ambientali sollevate da diverse associazioni che monitorano l’impatto del progetto.
Le tempistiche e la comunicazione con bruxelles
Il processo di approvazione del Ponte sullo Stretto è giunto a un punto quasi decisivo, secondo quanto affermato dal costruttore Salini. Sono attese notizie dal Cipess entro la fine di aprile, ma, parallelamente, la discussione si è intensificata a Bruxelles, dove le autorità europee sono coinvolte in una comunicazione riguardante gli interventi di mitigazione ambientale necessari per le aree più vulnerabili. In questa fase, non si tratta solamente di ottenere un parere, bensì di affrontare questioni critiche sollevate da parlamentari europei dell’opposizione che chiedono delucidazioni circa il rispetto delle normative europee, in particolare la direttiva Habitat.
L’attenzione a Bruxelles è sempre più pervasiva. Gli esponenti politici europei hanno sollevato obiezioni significative riguardo la costruzione del ponte, facendo presente le potenziali conseguenze negative sui siti di rilevanza ecologica. I timori sono rivolti principalmente verso la valutazione di incidenza ambientale che accompagna il progetto, il quale si propone di attraversare aree naturali sensibili tutelate da leggi nazionali ed europee.
La valutazione di incidenza ambientale e le controversie giudiziarie
Un aspetto cruciale nella valutazione del progetto è rappresentato dalla valutazione d’incidenza ambientale, nota come Vinca. Questo processo ha messo in luce tre siti per i quali è iniziata la fase 3 della procedura di valutazione, un passo fondamentale che mira a garantire la protezione degli habitat naturali. In base ai risultati ottenuti, ci sono incertezze significative sul potenziale impatto negativo della struttura sui luoghi di interesse ecologico.
Il Ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato che la valutazione ha rivelato rischi concreti per lo stato degli habitat naturali, con indicazioni che evidenziano la presenza di effetti sia diretti che indiretti sull’ecosistema. Le associazioni, come il Wwf e Italia Nostra, continuano a portare avanti battaglie legali, presentando ricorsi e dossier alle autorità competenti, rendendo la situazione giuridica complessa e contesa.
Misure compensative e interventi necessari
Per affrontare le criticità emerse, la società Stretto di Messina ha iniziato a delineare un piano dettagliato di misure compensative, richiesto dal Mase. Questo piano prevede azioni specifiche per mitigare gli effetti ambientali negativi, rendendolo parte integrante del progetto. Le misure devono collegarsi strettamente alla conservazione dei siti di importanza europea, perciò, la fase 3 è fondamentale per garantire che gli obiettivi di protezione e conservazione siano rispettati.
Il Mase sta attualmente esaminando queste proposte di intervento, e i lavori sul ponte non possono procedere fino a quando non verranno sciolti i nodi riguardanti la Vinca e le comunicazioni necessarie alla Commissione Europea. Il general contractor ha menzionato un programma di opere anticipate che prevedono attività preparatorie, come la bonifica degli ordigni bellici e indagini geologiche. Tuttavia, i ritardi e le complessità giuridiche possono influenzare notevolmente il cronoprogramma dei lavori.
Le obiezioni politiche e il futuro dell’opera
Gli oppositori del progetto, tra cui il politico Angelo Bonelli, non si sono dati per vinti e continuano a evidenziare le mancanze di trasparenza. Bonelli ha richiamato l’attenzione sulla necessità di consenso da parte della Commissione Europea, sottolineando che la procedura di Livello III è vincolata a pareri da parte delle autorità europee, essendo l’opera situata in zone critiche per la biodiversità .
Anche un gruppo di parlamentari europei, rappresentanti del Movimento 5 Stelle, ha inviato una interrogazione alla Commissione per accertare il rispetto delle normative ambientali e per monitorare i diritti dei cittadini coinvolti, inclusi quelli i cui terreni potrebbero essere espropriati.
Le prossime settimane saranno decisive. Il mondo politico e l’opinione pubblica seguono con interesse le evoluzioni di questo complesso progetto che potrebbe cambiare radicalmente il collegamento tra le due coste, ma soprattutto il modo in cui vengono gestite le questioni ambientali in Italia.