Proposta di Calenda: tetto ai prezzi delle rinnovabili per sostenere l'industria italiana

Proposta di Calenda: tetto ai prezzi delle rinnovabili per sostenere l’industria italiana

Carlo Calenda propone al governo italiano di riutilizzare il tetto sui prezzi delle energie rinnovabili per sostenere le imprese in crisi, richiedendo anche sgravi fiscali a livello europeo.
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Proposta di Calenda: tetto ai prezzi delle rinnovabili per sostenere l'industria italiana - Gaeta.it

L’attuale crisi dell’industria italiana sta sollevando preoccupazioni tra i leader politici. Carlo Calenda, segretario di Azione, ha proposto un’iniziativa al governo per utilizzare il tetto sui prezzi delle fonti di energia rinnovabili, introdotto dall’ex premier Draghi, con l’intento di favorire un accesso più agevole all’energia per le imprese. Questa strategia si allinea alla necessità di affrontare le sfide economiche in corso e propone una soluzione diretta al costo di un settore chiave per l’economia nazionale.

La crisi del sistema industriale

Negli ultimi anni, l’industria manifatturiera italiana ha affrontato sfide sempre più complesse. Secondo Calenda, la situazione ha raggiunto un livello critico a causa di diversi fattori congiunti. Innanzitutto, c’è una crisi all’interno dell’Unione Europea, evidenziata dalla contrazione dei mercati di sbocco in paesi chiave come Germania e Francia. Questo porta effetti a catena sull’economia italiana, la quale dipende in larga misura dalle esportazioni. Allo stesso tempo, i dazi che l’amministrazione Trump sta per implementare potrebbero accentuare ulteriormente la pressione su molte industrie.

A complicare il quadro, è la crisi che sta colpendo il settore tessile in Cina, che ha un impatto diretto sulle esportazioni italiane. Questo terremoto economico si estende anche al comparto automotive, che fatica a mantenere i ritmi di produzione necessari. Insomma, l’industria italiana ha bisogno di interventi urgenti per garantire stabilità e sostenere gli investimenti.

La proposta per il costo dell’energia

Calenda ha messo in evidenza l’importanza del costo dell’energia, definito come un tema cruciale per la competitività delle aziende italiane. Nella sua proposta, Calenda suggerisce di riutilizzare il decreto sul tetto ai prezzi delle energie rinnovabili, che già era stato approvato dal governo Draghi. Questo decreto, come spiegato, prevede un tetto per la remunerazione delle fonti di energia verde, oltre a riconoscere gli incentivi economici che ammontano a circa 220 miliardi.

Un aspetto innovativo della proposta di Calenda è la richiesta di limitare l’indicizzazione al Prezzo Unico Nazionale, una misura che potrebbe stabilire un compenso fisso per l’energia, tenendo conto dell’andamento dei prezzi degli ultimi dieci anni. Questo è visto come passo fondamentale per garantire una stabilità economica, soprattutto per le aziende energivore che stanno attualmente affrontando difficoltà significative a causa della volatilità dei prezzi.

Inoltre, Calenda suggerisce che i proventi derivanti dai tetti ai prezzi delle rinnovabili, che possono aggirarsi intorno agli 8 miliardi, debbano essere riutilizzati per stipulare contratti a lungo termine a costi contenuti, mirati a un supporto diretto per i consorzi di aziende e per le imprese più energivore.

Supporto e deroga dall’Unione Europea

Per portare avanti questa proposta, Calenda ha chiesto anche un intervento a livello europeo. È necessario ottenere una deroga per ampliare gli sgravi fiscali agli energivori, i quali fino ad ora hanno escluso alcuni settori industriali, come il comparto automotive. Questa dilatazione degli sgravi potrebbe alleggerire il carico economico su settori chiave dell’industria, prove emblematica della strategia di Calenda per stimolare un ambiente commerciale più favorevole e competitivo.

Il ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha aperto a un dialogo su questa proposta, indicando una potenziale disponibilità del governo a considerare soluzioni che possano sostenere l’industria italiana in questo periodo di crisi. Rimanere vigili e attivi nel monitorare il piano e i suoi sviluppi diventa essenziale per assicurare un futuro stabile per il sistema produttivo del Paese.

Ultimo aggiornamento il 1 Febbraio 2025 da Armando Proietti

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