Un tema di assoluta rilevanza si sta affacciando nel dibattito politico italiano riguardo all’affido dei minori. Una recente proposta di legge intende modificare le norme vigenti sull’affido condiviso, stabilendo che in casi di violenza da parte di uno dei genitori, quest’ultimo perda automaticamente la responsabilità genitoriale. Un passo significativo che mira a proteggere i bambini e a riconoscere i gravi danni causati da situazioni familiari violente.
La proposta di modifica alla legge sull’affido
Il deputato Lorenzo Cesa, del partito Noi Moderati-Udc, ha presentato alla Camera una proposta di legge che intende modificare la legge 54 del 2006 relativa all’affido condiviso. Il provvedimento si inserisce in un contesto in cui la violenza domestica è un tema sempre più attuale e preoccupante. L’idea centrale di questa riforma è stata presentata da Cesa durante una conferenza stampa, evidenziando la necessità di rivedere gli articoli 337-quater e 337-quinquies del Codice civile.
Secondo la proposta, qualora uno dei genitori sia coinvolto in atti di violenza fisica, psicologica o sessuale, perderà automaticamente la responsabilità genitoriale, che verrà assegnata in via esclusiva all’altro genitore. Questa misura è stata pensata per affrontare situazioni di grave violenza, anche se i crimini siano stati solo tentati. Inoltre, il tribunale potrà rivalutare la responsabilità del genitore solo nel caso di assoluzione o in relazione alla non sussistenza del reato. Cesa ha enfatizzato come negli ultimi cinque anni, “427 mila minori abbiano vissuto in contesti familiari violenti,” con richieste di intervento per presunti casi di violenza domestica che hanno superato le 14 mila.
Dati allarmanti sulla violenza domestica
Il fenomeno della violenza domestica in Italia è in costante crescita, come testimoniato dai dati forniti dalla Criminalpol, che indicano un aumento del 35% di tali reati dal 2019 al 2024. Le vittime principali sono spesso madri e figli, con oltre l’80% delle vittime di violenza domestica donne. Questo stato di cose ha spinto i legislatori verso interventi più decisi. È evidente che la violenza non rappresenta un semplice conflitto tra genitori, ma una situazione di abuso manifestata da un genitore contro l’altro, con gravi ripercussioni sui minori coinvolti.
La proposta di legge prevede un sistema di affido esclusivo automatico nei casi in cui il genitore abbia compiuto atti di violenza, previsti da specifici articoli del Codice civile e del Codice di procedura penale. Questo approccio mira a tutelare i minori da situazioni potenzialmente dannose e a garantire loro un ambiente più sicuro. La legge riconosce esplicitamente l’importanza di intervenire tempestivamente nei casi di violenza, riconducendo le azioni del genitore violento ad atti inammissibili per la responsabilità genitoriale.
Le garanzie per il ripristino dell’affido
Un aspetto fondamentale della proposta di legge riguarda l’istituzione di un meccanismo di garanzia per il ripristino della custodia condivisa. Quando vengono meno le condizioni che hanno portato all’affido esclusivo, come nel caso di revoca dell’ordine di protezione, il tribunale potrà valutare di ripristinare la custodia condivisa. Tuttavia, la legge mantiene l’autorità del giudice nel decidere se l’affido condiviso sia ancora nell’interesse del minore, consentendo di considerare ulteriori fattori di rischio.
La modifica legislativa si propone di eliminare le distorsioni che, secondo diversi esperti, caratterizzano le aule di giustizia italiane, dove la violenza materiale e psicologica spesso viene minimizzata o interpretata come una semplice conflittualità . Questo riflette un gravissimo problema culturale, in cui spesso le vittime, tipicamente le donne, si ritrovano isolate e vulnerabili. Diverse figure politiche e legali hanno ribadito l’importanza di proteggere i minori e garantire che le famiglie non siano più esposte a simili sofferenze.
Riflessioni critiche sulla alienazione parentale
Sul tema dell’affido e della violenza, emerge anche il discorso sulla cosiddetta alienazione parentale, che viene utilizzata talvolta come argomento per delegittimare le denunce di violenza. Nonostante le critiche e i chiarimenti da parte della Cassazione, il concetto di “PAS” continua a fare capolino nella giustizia italiana. La giurista Marina Marconato ha sottolineato come si tratti di un fenomeno da combattere, affermando che spesso si colloca nel contesto di un “grande business“, che procura profitti a chi ne fa uso improprio.
La proposta di legge, ora assegnata alla Commissione giustizia della Camera, rappresenta una tappa cruciale verso un cambiamento atteso nel sistema giuridico italiano. Cesa ha sollecitato l’unità tra le forze politiche per affrontare questa problematica delicata, affinché non rimanga nell’ombra o venga strumentalizzata per fini politici. L’accento è posto sulla necessità di proteggere i minori e garantire loro un futuro distante dalla violenza.