Il Prosecco, uno dei vini italiani più celebri e rappresentativi del made in Italy, sta attraversando un momento difficile. La recente minaccia di dazi imposti dagli Stati Uniti ha portato alla sospensione delle spedizioni di tutte le varianti del celebre vino italiano, creando preoccupazione tra i produttori. Questa situazione è stata sollecitata dai presidenti dei consorzi delle tre principali denominazioni del Prosecco, che hanno inviato una lettera al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, esprimendo la loro preoccupazione.
La lettera al ministro: un grido d’allerta
I presidenti del Consorzio Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Asolo Prosecco Docg, Giancarlo Guidolin, Franco Adami e Michele Noal, hanno redatto una lettera indirizzata al ministro Lollobrigida per far presente la situazione critica in cui si trovano. Nella missiva si evidenzia come, a causa dell’incertezza riguardo all’imposizione di dazi elevati da parte dell’amministrazione Trump, gli importatori statunitensi abbiano deciso di bloccare le ordini di Prosecco. Questo improvviso stop delle spedizioni non riguarda solo il Prosecco Doc, ma comprende anche le varianti più pregiate come il Conegliano Valdobbiadene e l’Asolo. Gli imprenditori sono preoccupati perché, dato il tempo necessario per il trasporto, c’è il rischio che i dazi possano aumentare mentre il vino è già in viaggio verso gli Stati Uniti.
Le conseguenze di un blocco degli ordini
Il congelamento degli ordini, come spiegato nella lettera, deriva da un clima di incertezza che colpisce l’intero settore. Le spedizioni di vini italiani sono soggette a diversi mesi di attesa, e se le tariffe aumentassero al 200% “on the water”—ovvero durante il trasporto—potrebbero creare gravi problemi sia per gli importatori che per i produttori. I consorzi hanno sottolineato che tali decisioni, se dovessero perdurare, porterebbero a un significativo rallentamento della domanda negli Stati Uniti, uno dei mercati più ricettivi per il Prosecco.
Le ricadute a lungo termine potrebbero essere devastanti per le aziende produttrici italiane che fanno affidamento su questo canale di vendita. Con una produzione che per alcuni marchi si approssima a decine di milioni di bottiglie all’anno, la sospensione degli ordini potrebbe significare anche perdite milionarie. L’immagine del Prosecco all’estero, già consolidata negli anni, potrebbe risentirne in maniera significativa.
Le esportazioni verso gli Stati Uniti: un mercato fondamentale
Il mercato statunitense rappresenta una fetta vitale per l’export del Prosecco. Solo il Prosecco DOC, per esempio, esporta circa 130 milioni di bottiglie negli USA, che corrispondono a circa il 23% dell’intera esportazione di questa denominazione. Il fatturato generato da queste vendite si attesta intorno ai 500 milioni di euro. Gli altri due consorzi, Conegliano Valdobbiadene e Asolo, pur con numeri più contenuti, mostrano una forte dipendenza dal mercato americano. Il Conegliano Valdobbiadene, ad esempio, ha visto commercializzate oltre 3,5 milioni di bottiglie nella fascia alta di consumo, mentre per l’Asolo Prosecco gli Stati Uniti costituiscono uno dei principali mercati, con circa il 75% della produzione destinato a questo mercato, che nel 2024 ha rivelato un volume di 32 milioni di bottiglie.
La probabilità di dazi elevati potrebbe mettere in seria discussione queste statistiche e danneggiare la posizione competitiva del Prosecco sul mercato globale. Le conseguenze di queste misure potrebbero non essere immediatamente visibili, ma nel lungo termine rischiano di compromettere l’accesso a uno dei mercati più lucrativi per i vini italiani. La comunità vitivinicola guarda ora con attenzione agli sviluppi futuri, sperando in una risoluzione che possa riportare tranquillità al settore.