Protesta a Bruxelles per condizioni di lavoro migliori: lavoratori chiedono riforme urgenti

Lavoratori di pulizie, sicurezza e ristorazione manifestano a Bruxelles per chiedere stipendi equi e una revisione della direttiva sugli appalti pubblici, evidenziando condizioni lavorative sempre più precarie.

Un nutrito gruppo di lavoratori del settore delle pulizie, della sicurezza e della ristorazione ha preso parte a una manifestazione a Bruxelles, sottolineando la crescente insoddisfazione per le condizioni lavorative in cui si trovano. Provenienti da nove Stati membri dell’Unione europea, i manifestanti hanno espresso forti preoccupazioni riguardo alla direttiva europea sugli appalti pubblici, chiedendo non solo stipendi più equi, ma anche una revisione delle norme che regolano l’assegnazione dei contratti. La tensione è palpabile mentre i lavoratori cercano di farsi sentire in un contesto in cui sempre più spesso il prezzo sembra prevalere sulla qualità e sul benessere dei dipendenti.

Il contesto dell’azione sindacale

La manifestazione ha avuto luogo in una piazza centrale di Bruxelles, vicina alle sedi della Commissione e del Parlamento europeo. Circa un migliaio di partecipanti ha preso parte all’evento, mentre in contemporanea altri lavoratori hanno indetto uno sciopero presso l’aeroporto di Charleroi, con ripercussioni sui voli da e per la capitale belga. Gli organizzatori della protesta hanno chiarito che l’obiettivo primario è la riforma della Direttiva europea sugli appalti pubblici. Attualmente, come evidenziato dal sindacato Uni Europa, nel processo di assegnazione dei contratti pubblici prevale quasi sempre il criterio economico, premiando le offerte più basse a discapito della qualità dei servizi e delle condizioni di lavoro.

La situazione descritta da Oliver Roethig, segretario regionale di Uni Europa, è allarmante: “In pratica, le persone devono lavorare di più per guadagnare meno.” Nel settore delle pulizie, i carichi di lavoro si sono intensificati nel tempo, passando per esempio dalla pulizia di un certo numero di stanze in tre ore a un’ora sola. Questa trasformazione impatta anche nel campo della sicurezza negli aeroporti, dove il numero ridotto di guardie di sicurezza deve gestire un flusso di passeggeri in costante aumento, creando una pressione insostenibile.

Le richieste dei lavoratori

Il fulcro delle rivendicazioni dei sindacati è quello di inserire la contrattazione collettiva come criterio prioritario nel processo di assegnazione degli appalti. Attualmente, la maggior parte dei contratti viene concesso seguendo la logica del miglior offerente, dove il prezzo rimane l’unico fattore decisivo. Dati recenti mostrano che in otto Stati membri oltre l’80% dei contratti di appalto pubblico è stato vinto dal miglior offerente, mentre metà delle gare ha tenuto in considerazione soltanto il prezzo, ignorando la qualità del servizio e le condizioni di lavoro.

La Commissione europea, presieduta da Ursula von der Leyen, ha avviato un processo di modifica delle regole nel 2014, ma i progressi in merito a questioni sociali risultano insufficienti. Von der Leyen ha ora promesso di rivedere nuovamente la direttiva sugli appalti pubblici; tuttavia, resta da vedere se le proposte dei lavoratori verranno effettivamente accolte. L’eurodeputata finlandese Li Andersson evidenzia l’importanza della manifestazione, indicando la necessità di proposte concrete per migliorare le condizioni nei contratti pubblici.

Situazione all’interno delle istituzioni europee

Le problematiche non si limitano ai settori privati, poiché anche le istituzioni europee a Bruxelles mostrano evidenze di condizioni di lavoro inadeguate. Alcuni operatori, che preferiscono mantenere l’anonimato, hanno denunciato il deterioramento delle loro condizioni lavorative. In un’intervista, una lavoratrice ha descritto la rigidità delle nuove richieste: “Prima avevo tre ore per completare un lavoro, ora la tempistica è ridotta a un’ora.” È evidente che le aziende appaltatrici tendono a ridurre le loro offerte per vincere i contratti, scaricando l’onere sui lavoratori.

Le conseguenze sono gravi: aumento del carico di lavoro, diminuzione delle ore e, in alcuni casi, anche il subappalto, dove anche i subappaltatori applicano riduzioni salariali, aggravando il quadro. Inoltre, i lavoratori all’interno delle istituzioni europee sono soggetti a rigorose restrizioni nel loro interagire con i politici, limitando ulteriormente la loro voce e le loro lamentele.

Rimanere in silenzio non è più un’opzione per i lavoratori, che chiedono a gran voce di essere ascoltati. La manifestazione ha rappresentato un importante passo per rivendicare diritti e giustizia, ponendo l’accento sulla necessità di rivedere la direttiva sugli appalti pubblici in modo da tenere conto delle reali necessità dei lavoratori e migliorare le loro condizioni di vita.

Ultimo aggiornamento il 1 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano

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