Civitanova Marche ha assistito a una manifestazione significativa questa mattina, dove i balneari si sono uniti in un gesto simbolico per difendere il futuro delle loro attività. La protesta, articolata in una chiusura collettiva degli ombrelloni, rappresenta un grido d’allerta al governo italiano affinché prenda in mano la situazione complessa delle concessioni balneari, in particolare nella zona costiera che va da Pesaro a San Benedetto del Tronto. I balneari chiedono da anni una legislazione chiara che possa garantire la continuità delle loro imprese.
motivazioni della protesta
Un settore in crisi
La manifestazione odierna ha visto la partecipazione di oltre il 50% degli operatori balneari della zona, che hanno evidenziato il crescente malcontento e le incertezze legate alla normativa sulle concessioni. Giacomo Mantovani, presidente dell’associazione balneari di Civitanova Marche, ha sintetizzato l’iniziativa come una richiesta urgente di risoluzione di un “stallo” che perdura da anni. Molti degli operatori, compresi i titolari di storici stabilimenti, lamentano una mancanza di certezze che sta minacciando la loro capacità di investimento e di lavoro.
Storia e valori delle attività balneari
Per molti balneari, come Marisa Siberini dello chalet Rolando, che quest’anno celebra il 60° anniversario di attività, la situazione è particolarmente difficile. Siberini ha sottolineato che l’incertezza legislativa renda il presente insostenibile e privo di sicurezza. “Non possiamo investire né lavorare in maniera serena,” ha dichiarato, mettendo in evidenza come decenni di storia e impresa familiare stiano per essere compromessi. La protesta, secondo il suo parere, deve servire a riscaldare l’attenzione del governo su un settore che contribuisce significativamente all’economia locale.
il grido d’allerta delle famiglie balneari
Legami familiari e inattesa minaccia
Un’altra voce importante nella protesta è quella di Gerri Lattanzi, titolare dello chalet Santina, il quale ha sottolineato come il suo stabilimento, operante da sessant’anni, rappresenti un patrimonio familiare e culturale. “Siamo qui da prima che venisse costruito il porto,” ricorda, descrivendo come da umili origini il suo chiosco sia cresciuto nel tempo, diventando un’ “oasi” per coloro che desiderano un’esperienza balneare meno affollata. Questa attività non è solo un business; è parte integrante della comunità.
Preoccupazioni per il futuro
Le famiglie dei balneari, come ha ribadito Marco Scarpetta, vicepresidente dell’associazione Civitanova si, vivono una situazione di tensione e preoccupazione. “Il futuro delle nostre imprese, delle nostre famiglie e dei nostri dipendenti è in gioco,” ha affermato. La promessa del governo di affrontare la questione entro settembre ha placato temporaneamente altre due manifestazioni fissate per agosto, ma l’ansia e la preoccupazione rimangono palpabili tra gli operatori.
la presenza delle istituzioni locali
Solidarietà istituzionale
Durante la manifestazione, il sindaco di Civitanova, Fabrizio Ciarapica, ha espresso il suo sostegno agli operatori del settore balneare. La presenza di figure istituzionali locali è cruciale per dare visibilità alle istanze dei balneari e dimostrare che la lotta per un equilibrio normativo è condivisa anche da chi ha la responsabilità di governare.
L’importanza di affrontare la questione
Il governo deve affrontare con urgenza e chiarezza le problematiche legate alle concessioni balneari. Gli imprenditori hanno espresso il timore che l’estate attuale possa essere per loro “l’ultima” senza certezze normative. Le attività balneari non solo offrono servizi di vitalità turistica, ma alimentano anche l’economia locale, sostenendo un gran numero di famiglie.
La situazione ora è nelle mani del governo, che dovrà elaborare una risposta efficace e tempestiva ai problemi sollevati dagli operatori balneari. La speranza è che questo appello porti a un rinnovamento legislativo capace di restituire sicurezza a un settore che è da sempre un patrimonio della cultura e dell’economia italiana.