La città di Gallarate, situata nella provincia di Varese, è al centro di una mobilitazione ambientalista che sta attirando l’attenzione non solo dei cittadini locali ma anche degli enti comunali. La protesta è scaturita dalla decisione del Comune di sacrificare un’area verde di 17.800 metri quadrati, destinata a diventare un nuovo plesso scolastico nell’ambito di un progetto di riqualificazione urbana sostenuto da fondi provenienti dal PNRR. La tensione è palpabile, ma il movimento eco-sostenibile sta continuando a farsi sentire in modo pacifico, anche tramite attività creative come l’uncinetto.
Il progetto urbanistico e il destino del bosco
I dettagli dell’iniziativa
Il piano dal valore di 8 milioni di euro previsto dal Comune per la costruzione di un plesso scolastico per 500 alunni rappresenta una parte di un progetto di riqualificazione urbana più vasto, che ammonta complessivamente a 18 milioni di euro. Questi fondi sono destinati a modernizzare alcune infrastrutture della città e a migliorare i servizi per i cittadini. Tuttavia, l’area individuata per la costruzione ospita un bosco che i cittadini considerano fondamentale per l’ecosistema locale e la qualità della vita nella comunità. La trasformazione del bosco in un cantiere di costruzione ha scatenato un movimento di opposizione.
Impatto ambientale e richieste della comunità
Gli ambientalisti e i gruppi di cittadini protestano non solo contro la sorte che attende il bosco di via Curtatone, ma anche per l’impatto che potrebbe avere un’operazione di questo tipo sull’ambiente circostante. Le preoccupazioni si concentrano sulla perdita di biodiversità, sul degrado della qualità dell’aria e sull’aumento del rischio di eventi climatici estremi. Le richieste del movimento includono l’installazione di un nuovo plesso scolastico in un’area differente, che non comprometta zone verdi vitali, e la richiesta di una maggiore trasparenza da parte delle autorità comunali.
Mobilitazioni e attivismo locale
Le azioni dei comitati spontanei
A seguito dell’annuncio dei lavori, numerosi comitati spontanei si sono costituiti a Gallarate, dando vita a un movimento che ha bloccato l’avvio dei lavori previsti per il 4 agosto. Questi gruppi sono formati da cittadini di diverse estrazioni, uniti dalla volontà di preservare l’area verde. L’attività di presidio, secondaria ma continua, è stata rinforzata da una serie di petizioni e manifestazioni, che superano le sole barriere geografiche di Gallarate.
L’importanza dei social media
Un aspetto significativo di questa mobilitazione è l’uso attivo dei social media. I cittadini hanno sfruttato piattaforme online per organizzare eventi, raccogliere firme e comunicare il messaggio del movimento. Grazie alla viralità di queste iniziative, l’opinione pubblica è stata sensibilizzata sulla questione, allargando il coinvolgimento ad altre realtà e incrementando il sostegno verso un’azione indetta per salvaguardare il bosco.
La risposta delle autorità locali
La posizione del sindaco di Gallarate
Contro il crescente attivismo, la risposta del sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, ha cercato di mediare tra le esigenze urbanistiche e le richieste dei cittadini. Nonostante gli sforzi, le iniziali proposte di dialogo non sono riuscite a placare il fervore del movimento, che continua a manifestare un forte senso di opposizione verso le decisioni comunali.
La questione dell’autorizzazione al taglio degli alberi
In questo contesto, l’Ente Parco Ticino ha dato il via libera per il taglio degli alberi, un passaggio che ha suscitato ulteriori tensioni. I comitati locali vedono questa autorizzazione come un passo inadeguato, che mette a rischio non solo un’area verde ma anche l’impegno della comunità per un futuro sostenibile. Mentre le ruspe sono pronte a entrare in azione, la mobilitazione continua a cercare dialogo e alternative alla distruzione del bosco di via Curtatone.