Protesta a Jesi contro l'impianto di trattamento rifiuti pericolosi: tanti dubbi sulla salute pubblica

Protesta a Jesi contro l’impianto di trattamento rifiuti pericolosi: tanti dubbi sulla salute pubblica

Cittadini di Jesi si mobilitano contro il progetto Edison Next Recology per un impianto di trattamento rifiuti pericolosi, esprimendo preoccupazioni su salute pubblica e ambiente durante un presidio davanti alla Provincia.
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Protesta a Jesi contro l'impianto di trattamento rifiuti pericolosi: tanti dubbi sulla salute pubblica - Gaeta.it

Il dibattito sul progetto di Edison Next Recology ha acceso una mobilitazione fervente a Jesi, dove cittadini e rappresentanti locali si sono riuniti per esprimere le loro preoccupazioni riguardo la costruzione di un impianto per il trattamento di rifiuti pericolosi. Questo incontro si è tenuto oggi davanti alla sede della Provincia di Ancona, ed è occasione di un acceso confronto sulla salute pubblica, la tutela ambientale e la qualità della vita dei residenti. Gli organizzatori del presidio “Stop Edison” sono determinati a far sentire le proprie voci e a sollecitare l’amministrazione a prendere una posizione chiara su questo tema.

Il presidio e le preoccupazioni espresse

Questa mattina, un nutrito gruppo di manifestanti ha preso parte al presidio organizzato dall’Assemblea Permanente “Stop Edison” di Jesi. La mobilitazione ha avuto luogo in un’area altamente urbanizzata e vicina alle abitazioni dei cittadini, sollevando interrogativi su impatti potenzialmente negativi sulla salute e sugli ecosistemi circostanti. I partecipanti hanno espresso forti dubbi circa la decisione di collocare un impianto di trattamento per rifiuti pericolosi – compreso l’amianto – in un contesto così densamente popolato. Le preoccupazioni espresse vanno ben oltre le mere questioni ambientali, includendo il rischio di compromettere la qualità della vita quotidiana di residenti e lavoratori che operano nelle vicinanze.

All’incontro ha partecipato una delegazione di manifestanti, che ha avuto l’opportunità di esprimere direttamente le proprie preoccupazioni a Daniele Carnevali, presidente della Provincia di Ancona, e a Sergio Bugatti, dirigente dell’ufficio tecnico in carico della gestione rifiuti. Questi ultimi hanno ascoltato con attenzione le lamentele, mentre gli attivisti hanno ribadito la loro contrarietà al progetto, chiedendo all’amministrazione provinciale di intraprendere tutte le azioni necessarie a bloccare la realizzazione dell’impianto.

Le irregolarità e il punto di vista delle autorità

Un punto centrale delle rivendicazioni presentate dall’Assemblea Permanente riguarda le presunte irregolarità che contraddistinguerebbero l’iter autorizzativo del progetto. Secondo i manifestanti, tali irregolarità potrebbero compromettere il procedimento stesso. Le questioni sollevate riguardano la mancanza di trasparenza, la scarsa considerazione delle normative di sicurezza e l’apparente disinteresse verso le legittime preoccupazioni dei cittadini. I membri dell’Assemblea stanno monitorando con attenzione lo sviluppo del progetto e continueranno a mobilitarsi, ritenendo che il dialogo con le istituzioni sia cruciale per una gestione responsabile e partecipativa della cosa pubblica.

Durante il presidio, anche il vicesindaco di Monsano, Cingolani, è intervenuto in veste istituzionale. Le sue parole hanno ricordato l’importanza della partecipazione attiva della cittadinanza nei processi decisionali che la riguardano. Cingolani ha sottolineato che è fondamentale prendere in considerazione le voci di chi vive e lavora nei territori interessati, e la volontà popolare deve avere un peso decisionale significativo nelle scelte amministrative.

La mobilitazione prosegue

Il presidio ha segnato solo l’inizio di una serie di iniziative che l’Assemblea Permanente “Stop Edison” intende portare avanti. Gli organizzatori hanno annunciato che le mobilitazioni non si fermeranno qui ma proseguiranno finché non ci sarà una risposta chiara e soddisfacente dalle autorità competenti. La determinazione dei cittadini è palpabile, e cresce la consapevolezza che la questione non concerne soltanto un progetto di impianto industriale, ma si intreccia con le rivendicazioni di salute pubblica e rispetto dell’ambiente.

Rimanere attivi, informati e pronti a difendere i propri diritti è un imperativo che i cittadini di Jesi si sono dati. La volontà dichiarata dai manifestanti di partecipare attivamente al processo decisionale rappresenta un segnale forte e chiaro: non ci si deve dimenticare mai che la salute e il benessere delle comunità devono rimanere sempre al centro dell’agenda politica locale.

Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Armando Proietti

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