Protesta al ristorante Cracco: avvisi di allontanamento e divieti da parte della Questura di Milano

Protesta al ristorante Cracco: avvisi di allontanamento e divieti da parte della Questura di Milano

Proteste ambientaliste del movimento “Ultima Generazione” al ristorante Cracco di Milano portano a misure legali da parte della Questura, sollevando dibattiti su sostenibilità e ordine pubblico.
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Protesta al ristorante Cracco: avvisi di allontanamento e divieti da parte della Questura di Milano - Gaeta.it

Il 19, 23 e 26 marzo 2025, a Milano, si sono verificate proteste da parte di un gruppo legato al movimento ambientalista “Ultima Generazione” all’interno del noto ristorante Cracco, situato nella celebre Galleria Vittorio Emanuele II. Questi eventi hanno portato il questore Bruno Megale a prendere misure tempestive. La Questura ha emesso sette avvisi di avvio del Foglio di via obbligatorio, due fogli di via e undici Dacur, ovvero divieti di accesso nei locali pubblici, nei confronti di 12 individui coinvolti nelle manifestazioni.

Dettagli delle manifestazioni al ristorante

Il ristorante Cracco, sotto la direzione dello chef Carlo Cracco, è da tempo un punto di riferimento della ristorazione milanese. Tuttavia, alla fine di marzo 2025, è diventato il palcoscenico di azioni di protesta da parte di attivisti ambientalisti. Come spiegato dalla Questura, i partecipanti delle manifestazioni si sono recati nel ristorante, hanno consumato dei pasti e successivamente hanno esposto uno striscione con la protesta “Ultima Generazione – Il Giusto prezzo”. Dopo questa azione, si sono seduti a terra, occupando la sala e opponendo resistenza passiva.

Queste azioni dimostrative, che mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica su temi di sostenibilità e giustizia sociale, hanno creato un notevole fermento. Non solo hanno interrotto l’attività del ristorante, ma hanno anche suscitato l’attenzione dei media e dei cittadini, accendendo il dibattito sulla necessità di agire contro il cambiamento climatico.

Le conseguenze legali delle proteste

La risposta della Questura non si è fatta attendere. Gli avvisi di Foglio di via obbligatorio emessi dal questore Bruno Megale pongono un limite all’accesso di queste 12 persone nella città di Milano. Questa misura, applicata in situazioni di proteste che disturbano l’ordine pubblico o creano disagi nei luoghi pubblici, mira a prevenire ulteriori azioni simili. I Dacur, in particolare, estendono il divieto di accesso ai locali pubblici, garantendo che tali comportamenti non possano ripetersi.

Date le recenti manifestazioni, le autorità milanesi sembrano determinate a mantenere la calma nell’ambiente urbano. Le misure adottate rappresentano una reazione a quanto accaduto, sottolineando l’impatto delle proteste non solo sulla vita quotidiana ma anche sul mondo commerciale.

Considerazioni sulle modalità di attuazione delle proteste

L’approccio utilizzato dagli attivisti di Ultima Generazione, che consiste nell’occupazione statica e pacifica di spazi pubblici, continua a sollevare interrogativi sulla legittimità delle azioni di protesta. Mentre una parte del pubblico sostiene il diritto di manifestare, ci sono anche critiche riguardo l’interruzione delle attività commerciali e le conseguenze legali che ne derivano. La decisione della Questura di agire prontamente riflette la preoccupazione per la sicurezza e l’ordine pubblico, bilanciando il diritto di protesta con le esigenze operative dei locali.

Il ristorante Cracco, simbolo di eccellenza culinaria, non è nuovo alle polemiche. Tuttavia, questo recente episodio ha messo in luce una crescente frattura tra attivismo e attività economiche in città. Le autorità devono ora trovare un modo per fronteggiare queste situazioni, considerando le istanze di gruppi come Ultima Generazione senza compromettere le attività commerciali. La questione della sostenibilità e del rispetto delle norme urbanistiche rimane un tema caldo, che richiede un dialogo costruttivo tra cittadini, attivisti e istituzioni.

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