Nella mattinata di oggi, Piazza del Popolo a Latina si è trasformata in un palcoscenico di protesta per i lavoratori della cooperativa Osa. Questa manifestazione segue altre dimostrazioni avvenute negli ultimi giorni, segnando un clima di crescente malcontento nei confronti dell’amministrazione comunale. I sindacati, tra cui FP Cgil, Cisl FP, Uil Fpl e Usb, hanno sollevato preoccupazioni riguardo ai tagli alle risorse dedicate ai servizi sociali e all’assenza di un confronto diretto con il Comune. A questo si aggiungono richieste di dimissioni che si intensificano, ponendo interrogativi sulla risposta della giunta.
Le ragioni della protesta
Questa mattina, la voce dei dipendenti della cooperativa Osa è risuonata forte e chiara. L’obiettivo principale? Ottenere attenzione rispetto a una serie di problematiche strutturali concernenti il mondo dei servizi sociali. In modo particolare, i manifestanti hanno denunciato la riduzione delle ore lavorative settimanali da 52 a 50. Questo cambiamento ha avuto un impatto concreto sui salari, con una diminuzione di circa 300 euro al mese per gli autisti. Le preoccupazioni non si fermano qui: la mancanza di riconoscimento per gli scatti di anzianità è stata evidenziata anche in un nuovo capitolato d’appalto. La frustrazione è palpabile, poiché il lavoro di coordinatori, educatori e personale addetto alla refezione viene compromesso; la minorazione delle ore lavorative provoca un effetto domino sulle finanze familiari di questi professionisti, già sottoposti a pressioni economiche.
Le ripercussioni sui servizi e sui cittadini
La protesta non è solo una questione interna alla cooperativa, ma ha ripercussioni più ampie per la comunità di Latina. Le risorse ridotte non comprometteranno soltanto i posti di lavoro, ma avranno effetti diretti sui servizi forniti a fasce vulnerabili della popolazione. Il Comune, secondo quanto indicano i gruppi consiliari di opposizione, sta trascurando le esigenze indifferibili di cittadini anziani, disabili e bambini. I consiglieri di Lbc, M5S, Pd e PerLatina2032 hanno fatto notare quanto sia necessario rivedere le priorità di spesa dell’amministrazione. Questa mancanza di intervento, secondo i manifestanti, lederebbe la qualità dei servizi essenziali, aumentando la difficoltà di accesso ai supporti necessari per i più bisognosi. I sindacati sottolineano quanto sia cruciale ascoltare il grido di aiuto delle famiglie, il cui benessere è messo a rischio da un piano di riduzioni insostenibile.
Le risposte delle istituzioni
In risposta a queste manifestazioni, l’assessore alle politiche sociali Nasso ha cercato di giustificarsi riferendo che le risorse a disposizione sono limitate. Tuttavia, le sue dichiarazioni non hanno placato le critiche di chi sostiene che l’amministrazione stia affrontando la situazione con un approccio inadeguato e che un importante investimento in servizi essenziali stia mancando da tempo. La delega ai Servizi Sociali, trasferita al Servizio Istruzione, è un ulteriore aspetto critico che continua a generare incertezze, poiché non si hanno informazioni chiare sui tempi e le modalità di attuazione. Al momento, è stata proposta una riunione per il prossimo 3 aprile, ma la mancanza di fiducia si traduce in scetticismo tra i rappresentanti sindacali. Gli operatori segnalano gravi carenze anche nell’assistenza scolastica, dove le nuove disposizioni impediscono la sostituzione dei professionisti nei periodi di chiusura, costringendoli a restare a casa.
Le tensioni crescenti tra la cooperativa Osa e l’amministrazione locale pongono interrogativi importanti su come una città come Latina risponda alle necessità dei suoi cittadini più vulnerabili e su quali siano le reali priorità politiche. La questione dei servizi sociali non è solo legata ai numeri, ma è una rappresentazione tangibile delle scelte fatte da chi governa. La comunità continua a osservare, con la speranza che le richieste dei lavoratori non vengano ignorate e che si avvii un reale dialogo per trovare soluzioni vantaggiose per tutti.