Protesta silenziosa dei magistrati a Napoli: la Costituzione al centro dell'anno giudiziario

Protesta silenziosa dei magistrati a Napoli: la Costituzione al centro dell’anno giudiziario

A Napoli, circa trecento magistrati protestano contro le riforme della giustizia, esibendo la Costituzione per difendere l’indipendenza del potere giudiziario e sottolineare l’importanza di un sistema equo.
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Protesta silenziosa dei magistrati a Napoli: la Costituzione al centro dell'anno giudiziario - Gaeta.it

Nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Napoli, i magistrati hanno messo in scena una protesta significativa. Circa trecento giudici, tra attivi e in pensione, si sono riuniti per manifestare con un gesto potente, esibendo in alto una copia della Costituzione della Repubblica Italiana. Questo evento ha avuto luogo in presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio e ha visto i partecipanti vestiti con toga e coccarda tricolore. La protesta mira a contestare le recenti riforme della giustizia, in particolare la separazione delle carriere, con forti richiami al valore fondante della Costituzione.

La manifestazione e le parole di Calamandrei

La cerimonia si è svolta in un’atmosfera solenne, con l’inno di Mameli che risuonava mentre i magistrati sfilavano tenendo in mano un volantino con la scritta “Costituzione della Repubblica Italiana”. Con striscioni che richiamano un’affermazione di Pietro Calamandrei, “In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, questa non è una carta morta, è un testamento, un testamento di centomila morti”, i partecipanti hanno voluto ricordare il significato profondo e storico della legge fondamentale italiana. La rappresentanza della Costituzione diventa così simbolo di resistenza e identità giuridica, sottolineando che è e deve rimanere un patrimonio vivo e attuale per la società.

Questa forma di protesta ha un’importanza particolare in un momento in cui si avvertono crescenti tensioni sulla riforma della giustizia. Dalla voce della presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati di Napoli, Cristina Curatoli, emerge la critica al procedere delle riforme, ritenuto privo di consultazioni significative e finalizzato a un cambiamento che preoccupa gli stessi giudici.

Critiche alle riforme della giustizia

Cristina Curatoli ha evidenziato che la riforma della giustizia, e in particolare la separazione delle carriere tra magistrati ordinari e giurisdizionali, rappresenta una minaccia per i principi costituzionali. “Non c’è un profilo della riforma più critico rispetto a un altro. Ogni elemento che introduce, nei contenuti e nelle finalità, è lesivo dell’indipendenza della magistratura,” ha dichiarato Curatoli, rimarcando l’importanza della salvaguardia dell’ordine giudiziario per la democrazia.

Spesso, nei dibattiti pubblici, si tende a semplificare raccontando soltanto delle separazione delle carriere, ma i magistrati vogliono far sentire la propria voce su cosa significhi veramente questo cambiamento. La preoccupazione principale è che non risolverà le problematiche quotidiane affrontate nelle aule di giustizia; anzi, potrebbe acutizzarle.

Le complessità del Consiglio Superiore della Magistratura

Curatoli ha anche sollevato questioni rilevanti circa la ristrutturazione del Consiglio Superiore della Magistratura , che potrebbe vedere un cambiamento significativo nella sua composizione e nelle sue funzioni. La riforma prevede la divisione del Csm, lasciando spazio a interventi politici decisivi nei procedimenti disciplinari. Questo comporterebbe un’evidente rottura della separazione dei poteri, uno dei principi cardine su cui si fonda la Repubblica Italiana.

I magistrati fanno notare come sia cruciale preservare l’indipendenza del potere giudiziario da ingerenze politiche, per garantire ai cittadini un sistema di giustizia equo e imparziale. “Toccare l’ordine giudiziario significa toccare uno dei tre poteri dello Stato. Modificare l’assetto costituzionale della giurisdizione è un danno per i cittadini,” ha concluso Curatoli, sottolineando l’importanza di mantenere un dialogo aperto e sincero su queste questioni fondamentali per il futuro della giustizia in Italia.

Ultimo aggiornamento il 25 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano

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