La notte tra il 23 e il 24 novembre ha visto Milano scossa da aspre manifestazioni in seguito al tragico incidente che ha causato la morte di Ramy Elgaml, un giovane egiziano di 19 anni. Recenti sviluppi hanno portato all’arresto di un 21enne montenegrino, accusato di aver partecipato ai disordini nel quartiere Corvetto. La decisione del giudice di disporre i domiciliari ha messo in luce il contesto di tensione e il fastidio che circonda la morte di Elgaml.
Arresto e misure cautelari
Il giovane montenegrino è stato arrestato dopo aver partecipato a una manifestazione notturna insieme a un centinaio di persone. Il pubblico ministero Paolo Filippini ha richiesto la convalida dell’arresto e una custodia cautelare in carcere, ma il giudice per le indagini preliminari Chiara Valori ha deciso per i domiciliari, concedendo però al ragazzo di uscire per motivi di lavoro. La sua difesa, guidata dall’avvocato Pietro Gilberto Pennisi, ha spiegato che il giovane si trovava lì per portare dei fiori in memoria di Ramy, sostenendo di essere stato successivamente coinvolto in una situazione che non poteva controllare.
Durante l’interrogatorio, il montenegrino ha dato la sua versione dei fatti, sostenendo di essersi trovato “trascinato nella folla”. Tuttavia, le evidenze raccolte nel corso delle indagini sembrano suggerire un altro scenario. Infatti, il telefono del 21enne è stato sequestrato e attraverso l’analisi dei messaggi sono emerse convocazioni per radunarsi con l’intento di creare disordini. Questo aspetto ha sollevato sospetti circa il reale ruolo del giovane nelle manifestazioni notturne.
Accuse e aggravanti
Le accuse nei confronti del 21enne includono la resistenza a pubblico ufficiale aggravata, in quanto ha agito insieme a un gruppo di oltre dieci persone che si erano uniti a lui, coprendo i volti e utilizzando bottiglie e petardi. Le autorità stanno cercando di identificare gli altri partecipanti ai disordini, evidenziando come la situazione sia stata potenzialmente di grande allerta e pericolo pubblico. Le prove raccolte da un video portano a considerare il montenegrino tra gli individui più attivi durante la notte di violenza.
La questione degli scontri con la polizia è aggravata dal contesto generale di malcontento che ha animato le manifestazioni. I disordini avvenuti a Corvetto sono stati definiti “era di tensione” e si sono manifestati in modo violento. Questo è un tema che ha attirato l’attenzione non solo delle autorità locali ma anche dei media e dell’opinione pubblica.
Indagini sull’incidente mortale e sviluppi futuri
Contestualmente alla situazione del 21enne, le autorità stanno conducendo indagini approfondite riguardo all’incidente mortale che ha coinvolto Ramy Elgaml. Domani sarà effettuata l’autopsia sul corpo del giovane, che è rimasto coinvolto in un inseguimento da parte delle forze dell’ordine. Il caso ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati di un carabiniere, il quale guidava il veicolo di servizio che ha partecipato all’inseguimento. Anche il conducente dello scooter, un 22enne tunisino, è stato arrestato con l’accusa di resistenza e sarà sottoposto a indagini per omicidio stradale in concorso.
La sequenza di eventi che ha portato alla morte di Elgaml e alle successive manifestazioni rappresenta una situazione complessa, che va oltre il singolo episodio, colpendo nel profondo la comunità locale. L’interesse per i dettagli delle indagini e per l’esito delle manifestazioni resta alto, in attesa di nuove rivelazioni e sviluppi sul caso.
Ultimo aggiornamento il 28 Novembre 2024 da Sofia Greco