L’onda di proteste contro l’over-tourism si intensifica in diverse città d’arte italiane, dove gli abitanti si sentono sempre più messi da parte a causa dell’espansione del turismo di massa. Negli ultimi giorni, un movimento di attivisti ha preso di mira le keybox, i meccanismi utilizzati per il check-in automatizzato negli affitti a breve termine. Le azioni di protesta, che hanno visto il posizionamento di nastro adesivo sulle chiavi all’esterno di numerosi appartamenti, hanno avuto luogo a Firenze, Milano, Venezia, Rimini e Genova, segnando un chiaro segnale di dissenso contro forme di speculazione che impoveriscono le comunità locali.
Dettagli delle azioni di protesta
Le azioni dei manifestanti sono state caratterizzate dall’apposizione di nastri adesivi su decine di keybox, accompagnati da messaggi critici e ironici. A Firenze, i nastri recavano la scritta “Rimozione forzata“, mentre a Venezia si leggeva “Tu casa era mi casa“. Milano ha visto apparire il messaggio “Meno affitti brevi, più case per tutti“, mentre a Genova i manifestanti hanno attaccato il nastro con la scritta “Il tuo B&b, la nostra espulsione“. A Rimini, dall’alto del chiosco al mare, il messaggio recitava “Il tuo B&b il nostro sfratto“. Questi slogan evidenziano le lamentele di chi vive in queste città e avverte la crescente pressione esercitata dal turismo sugli affitti residenziali.
L’argomento non è nuovo per il dibattito pubblico e ha già visto confronti in ambiti politici, compreso il Ministero dell’Interno e l’ente locale. Il Comune di Firenze ha già espresso intenzione di vietare le keybox e ha ribadito questa posizione nel corso dell’azione di protesta. La questione non è solo di natura estetica, ma coinvolge anche la sicurezza, dato che affitti non registrati permettono a soggetti sconosciuti di utilizzare gli appartamenti senza che le autorità ne siano a conoscenza.
L’impatto del turismo sulle comunità locali
La presenza diffusa di keybox non è solo un sintomo della crescita del turismo a breve termine, ma anche un fattore che contribuisce al cambiamento delle dinamiche abitative nelle città storiche. A Firenze, gli attivisti hanno denunciato la presenza di keybox anche in luoghi come le “buchette del vino“, antiche nicchie utilizzate per vendere vino ai passanti. Gli attivisti hanno esteso la loro mobilitazione a circa 20 strade con alta concentrazione di B&b, in particolare nel centro. A Venezia, la protesta si è concentrata da piazzale Roma al Ponte di Rialto, mentre a Milano i manifestanti hanno scelto la zona di via Padova. Segnali di protesta simili stanno emergendo anche in altre città come Roma, Napoli e Verona.
Massimo Torelli, uno dei leader del movimento, ha descritto questi eventi come un ulteriore passo nel contrasto al turismo aggressivo e alla speculazione immobiliare, sottolineando il bisogno di azioni concrete per migliorare le condizioni di vita in queste città. “Togliere le keybox non risolve il problema“, ha affermato, “ma è un primo passo per invertire la tendenza e per affrontare il problema dell’accessibilità agli affitti“.
Regolamentazione e normative in discussione
Con l’approssimarsi dell’obbligo, fissato per il 1° gennaio 2025, di esporre un codice identificativo per gli affitti a breve termine, i manifestanti evidenziano come solo una ristretta percentuale di proprietari sembra aver rispettato questa nuova norma. Inoltre, i proprietari devono attrezzare le loro strutture con requisiti di sicurezza, come estintori e rilevatori di gas e monossido di carbonio, che nel 95% dei casi sono assenti. Queste mancanze mettono in luce un sistema poco regolato, che potrebbe avere ripercussioni sui residenti.
La situazione di Venezia è particolarmente critica: la città storica è testimone di un aumento degli affitti, il che sta spingendo fuori i residenti. Una residente, Maria, ha esposto le sue preoccupazioni evidenziando come i canoni siano manipolati dal mercato degli affitti brevi, trasformando gli spazi abitativi tradizionali in luoghi dedicati quasi esclusivamente al turismo. Le keybox rappresentano una manifestazione visibile di questa trasformazione e, secondo lei, sono una forma di violazione delle normative poiché non consentono il tracciamento degli affittuari.
Le azioni di protesta non solo sottolineano il malcontento presente nelle città turistiche, ma anche l’urgenza di discutere politiche che possano meglio tutelare i diritti dei residenti. Le città italiane sono nel cuore di un dibattito sempre più acceso sul come bilanciare turismo e vita locale, un argomento che sicuramente continuerà a tenere banco negli anni a venire.
Ultimo aggiornamento il 28 Dicembre 2024 da Sara Gatti