Proteste in Serbia per l'estrazione del litio: il progetto di Rio Tinto trova resistenza

Proteste in Serbia per l’estrazione del litio: il progetto di Rio Tinto trova resistenza

Proteste in Serbia per lestra Proteste in Serbia per lestra
Proteste in Serbia per l'estrazione del litio: il progetto di Rio Tinto trova resistenza - Gaeta.it

Le recenti decisioni della Serbia in merito al progetto minerario di litio di Rio Tinto hanno acceso un acceso dibattito pubblico, facendo scattare un’ondata di proteste nel Paese. Questo articolo esplora il contesto di tali proteste, l’accordo con l’Unione Europea e le implicazioni ambientali e sociali legate all’estrazione del litio.

Il progetto minerario di Jadar e il contesto politico

Il progetto minerario di Jadar, che promette di essere una delle più grandi riserve di litio in Europa, ha subìto una serie di stop e ripartenze a seguito delle pressioni pubbliche e delle decisioni legali. Nel 2022, il governo serbo aveva bloccato l’iniziativa a seguito di manifestazioni che avevano evidenziato preoccupazioni ambientali. Tuttavia, un recente intervento della Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco, portando il governo, sotto la guida del presidente Aleksandar Vučić, a riattivare il progetto il 16 luglio scorso.

La mossa è stata presa in concomitanza con la firma di un accordo di cooperazione con l’Unione Europea per garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche. La presenza di alti funzionari europei, come il vicepresidente della Commissione Europea Maroš Šefčovič e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha dato ulteriore risalto alla questione. Entrambi i leader hanno sottolineato l’importanza di rispettare gli standard ambientali, ma i cittadini serbi rimangono scettici.

Le preoccupazioni degli ambientalisti

Le manifestazioni di protesta sono programmate per il 10 agosto, termine che l’Alleanza delle organizzazioni ambientaliste della Serbia ha dato al governo per rispondere alle richieste dei cittadini. Gli attivisti sostengono che il progetto minerario potrebbe danneggiare irreparabilmente l’ecosistema della valle dello Jadar, compromettendo fonti idriche e habitat naturali. Queste preoccupazioni trovano sostegno nei dati e negli studi che evidenziano i rischi associati all’estrazione mineraria, un’attività nota per la sua intensità energetica e il potenziale impatto ambientale negativo.

Il WWF Adria, pur non essendo direttamente coinvolto nelle proteste, ha ribadito la necessità di applicare rigorosi standard di protezione ambientale e ha esortato la Commissione Europea a garantire che tutte le operazioni minerarie in Serbia rispettino le normative europee. I rappresentanti del WWF hanno anche messo in evidenza che la protezione dell’ambiente deve essere una priorità, specialmente nella pianificazione di progetti minerari di questa portata.

La risposta del governo e le implicazioni economiche

Il governo serbo ha difeso il progetto, affermando che porterà opportunità economiche e potenziali posti di lavoro. La portavoce della Commissione Europea, Johanna Bernsel, ha espresso che l’integrazione economica della Serbia con l’Ue richiede l’allineamento della legislazione e delle normative. È stato sottolineato che il progetto potrebbe generare fino a 20.000 posti di lavoro, contribuendo non solo all’economia serba ma anche alla transizione energetica dell’Europa.

Tuttavia, il messaggio del governo ha incontrato una forte opposizione. Le affermazioni sui benefici economici sono state contestate dai gruppi oppositori che sostengono come tali vantaggi siano spesso esagerati e non riflettano le reali necessità della popolazione locale.

Le prospettive per il futuro del progetto

Nonostante l’apertura del governo alla ripresa del progetto, la posizione di Rio Tinto resta incerta. L’azienda afferma che la comunicazione pubblica attorno al progetto è stata influenzata da “fake news” e disinformazione. Un portavoce dell’azienda ha sostenuto l’importanza di procedere con la trasparenza, invitando la popolazione a consultare i materiali informativi disponibili.

Tuttavia, anche se il progetto è stato ufficialmente riattivato, ci sono molteplici passaggi burocratici e legali che devono ancora essere affrontati. Rio Tinto dovrà seguire un lungo processo di valutazione dell’impatto ambientale e condurre consultazioni pubbliche prima di poter avviare la fase di estrazione. Ciò potrebbe ritardare ulteriormente l’inizio delle operazioni e azioni simili a quelle del 2022 potrebbero ripetersi se le preoccupazioni dei cittadini non verranno soddisfatte.

L’attenzione ora si concentra sulla possibilità di trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico e la tutela ambientale, un tema centrale non solo per la Serbia ma per tutte le nazioni europee in cerca di una transizione energetica sostenibile.

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