L’estate del 2024 ha visto la Spagna diventare il palcoscenico di manifestazioni contro l’aumento del numero di turisti, una situazione che sta compromettendo la vita quotidiana dei cittadini. Con oltre 90 milioni di visitatori nel solo 2024, le proiezioni della società di consulenza Braintrust suggeriscono un ulteriore aumento a 115 milioni entro il 2040. Questa pressione ha portato a una serie di proteste in diverse città, con i residenti sempre più frustrati per la mancanza di misure adeguate da parte del governo.
L’esplosione del turismo e la reazione dei residenti
Negli ultimi anni, il turismo in Spagna ha raggiunto livelli record, fabbricando un cocktail esplosivo di effetti collaterali per la vita quotidiana dei cittadini. Infatti, l’afflusso massiccio di visitatori ha determinato un notevole aumento dei costi abitativi. Molte proprietà, prima destinate agli affitti tradizionali, sono state convertite in alloggi turistici. Questa trasformazione ha spinto i prezzi degli immobili e delle locazioni verso l’alto, mettendo a dura prova le finanze delle famiglie locali.
Un esempio concreto è stato lo sciopero della fame che si è tenuto a Tenerife nel mese di aprile. Gli abitanti, stanchi di vedersi negata la possibilità di accedere a un alloggio dignitoso, hanno manifestato contro l’apertura di nuovi cantieri alberghieri. I racconti di alcuni residenti, costretti a dormire in auto o in luoghi di fortuna, hanno messo in luce una situazione che sembra sempre più insostenibile. Ivan Cerdena Molina, uno dei manifestanti, ha descritto la situazione con parole cariche di preoccupazione, affermando che la crescita inarrestabile del settore turistico sta esaurendo le risorse dell’isola.
Anche altre città spagnole, come Barcellona e Madrid, condividono lo stesso destino. A Barcellona, le autorità comunali hanno proposto di non concedere nuove licenze per appartamenti turistici fino al 2028. Nonostante i tentativi di regolamentazione, il malcontento non accenna a placarsi.
La crisi immobiliare e le sue conseguenze
Dall’inizio del 2024, la crisi immobiliare si è accentuata in Spagna, spingendo i residenti a esprimere il loro disappunto in modi sempre più visibili. Il costo della vita è un argomento caldo, dato che, secondo stime, il 15% del mercato immobiliare è rappresentato da vendite a stranieri, causando una maggiore difficoltà per i cittadini spagnoli. Le misure recentemente introdotte, come l’imposta del 100% sugli acquisti di immobili da parte di residenti extracomunitari, sono una risposta alle preoccupazioni crescenti, ma non hanno placato gli animi.
Le reazioni a questi sviluppi sono state palpabili. Diverse località, come Maiorca, si preparano a manifestare per affrontare la crisi abitativa. Le abitazioni a prezzi accessibili stanno diventando sempre più un lontano ricordo, costringendo molti residenti a lottare per la sopravvivenza quotidiana. Una lettera inviata da attivisti locali ha messo in guardia riguardo all’impatto devastante dell’eccessivo turismo sulla qualità della vita, accusando i turisti di essere la causa dei nostri problemi.
L’intensificarsi delle contestazioni in vista delle festività
Con l’arrivo delle festività pasquali, le manifestazioni sono destinate a intensificarsi. A Maiorca, è stata programmata una significativa protesta per il 5 aprile, dove i residenti chiederanno risposte concrete alla crisi abitativa. L’iniziativa con il motto Mettiamo fine al business immobiliare evidenzia la rabbia crescente nei confronti della speculazione e della gentrificazione.
Le tensioni non si limitano a Maiorca. Nelle Isole Canarie, il personale del settore alberghiero è pronto a scioperare durante le vacanze di Pasqua. Le richieste includono un aumento salariale per compensare gli alti costi della vita che molti lavoratori affrontano. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica della Spagna, un terzo della popolazione delle Isole Canarie vive in condizioni di povertà, evidenziando l’urgenza della situazione.
A Tenerife, i disordini legati al turismo di massa hanno già portato a vandalismi e minacce di attacchi agli aeroporti. Le azioni sempre più decise da parte dei gruppi attivisti manifestano una chiara esigenza di cambiamento e di un dialogo costruttivo con le autorità. La scorsa settimana ha visto un’escalation di tensione, portando a una serie di atti contro l’industria turistica.
Un vertice a Barcellona, pianificato per il mese prossimo, riunirà attivisti di diverse città europee. L’intenzione è quella di coordinare le proteste contro le pratiche turistiche insostenibili. Il movimento Menys Turisme, Més Vida sta già pianificando azioni per contrastare l’impatto devastante del turismo di massa. Concluse le festività, è probabile che il dibattito sul turismo torni al centro delle cronache spagnole, alimentato dalle esperienze e dalla difficoltà dei residenti locali.