Proteste internazionali per l'assassinio di Ismail Haniyeh, leader di Hamas

Proteste internazionali per l’assassinio di Ismail Haniyeh, leader di Hamas

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Proteste internazionali per l'assassinio di Ismail Haniyeh, leader di Hamas - Gaeta.it

Il recente omicidio di Ismail Haniyeh, leader di Hamas, ha suscitato forti reazioni in diverse città del mondo, in particolare nei territori palestinesi e in paesi del Medio Oriente. Le manifestazioni hanno visto la partecipazione di centinaia di persone che hanno espresso la loro indignazione e solidarietà in risposta a questo evento drammatico. I seguaci di Haniyeh hanno risposto con proteste, dibattiti e chiamate per la resistenza, in un contesto geopolitico già molto teso.

Manifestazioni in Cisgiordania

Ramallah in fermento

Oggi, migliaia di palestinesi si sono radunati a Ramallah, situata nella Cisgiordania occupata, per protestare contro la morte di Ismail Haniyeh. I manifestanti, armati di bandiere verdi simbolo di Hamas, hanno marciato per le strade della città, esprimendo la loro rabbia e tristezza. Tra i cori più ascoltati, vi era quello che invocava la Brigata al-Qassam, l’ala militare del gruppo. La manifestazione ha rappresentato non solo un atto di condanna per l’assassinio di Haniyeh, ma anche una chiara dichiarazione di supporto all’organizzazione e alla sua direzione strategica.

Durante le manifestazioni, non è stata solo espressa solidarietà per Haniyeh, ma sono stati emessi anche forti messaggi politici contro Israele. Diverse voci di spicco hanno sottolineato come questo evento possa avere ripercussioni significative sul conflitto israelo-palestinese. Le parole di condanna per l’azione israeliana sono state accompagnate da richieste di unità tra i gruppi palestinesi, in un momento di grande fragilità e divisione.

Le autorità locali e internazionali stanno monitorando le manifestazioni con attenzione, preoccupate che possano degenerare in violenze. La situazione complessiva rimane tesa, con prospettive incerte per il futuro del conflitto.

Reazioni in Iran e Libano

Teheran e il sostegno a Hamas

In Iran, la morte di Haniyeh ha innescato una reazione immediata, con manifestazioni che si sono tenute fuori dall’Università di Teheran. Qui, i sostenitori del governo hanno espresso il loro disprezzo per l’atto, intonando slogan contro Israele e gli Stati Uniti. Tali eventi hanno avuto luogo in un contesto di alleanza tra l’Iran e Hamas, enfatizzando l’importanza del gruppo militante nel contesto della strategia iraniana nella regione.

Le manifestazioni in Iran hanno venduto chiaramente un messaggio politico, ribadendo la posizione di Teheran a favore della causa palestinese e sottolineando la necessità di resistere contro le aggressioni esterne. Gli oratori hanno enfatizzato il diritto dei palestinesi a difendersi e hanno promesso un continuo sostegno ad Hamas nella sua lotta contro l’occupazione israeliana.

Supporto nel Libano meridionale

In Libano, le reazioni sono arrivate dal campo profughi di al-Bass, dove centinaia di palestinesi hanno organizzato una marcia per esprimere solidarietà a Hamas. Durante l’evento, sono stati esposti ritratti di Haniyeh e di altri leader storici del movimento, simboli della lotta palestinese. Anche qui, sono state pronunciate parole di incoraggiamento per la resistenza, sottolineando che l’occupazione non prenderà il sopravvento sulle vicende palestinesi.

Jihad Taha, portavoce di Hamas, ha preso la parola per riaffermare la determinazione del popolo palestinese a non cedere di fronte agli attacchi israeliani. Le sue dichiarazioni hanno messo in evidenza la storicità della lotta palestinese, paragonando la situazione attuale a quella di altri eventi tragici nella storia recente. Questo contesto di manifestazioni in Libano ha sottolineato un’ampia rete di supporto tra diverse comunità arabe nella regione.

Proteste in Pakistan e la lotta per la Palestina

Islamabad e il sostegno politico

Anche in Pakistan, le manifestazioni non si sono fatte attendere. Due manifestazioni si sono svolte nella capitale, Islamabad, con centinaia di partecipanti che hanno sollevato striscioni in memoria di Haniyeh. Questi eventi sono stati organizzati da partiti politici religiosi, tra cui il Jamaat-e-Islami, il quale ha enfatizzato l’importanza della causa palestinese. Durante uno di questi eventi, Munim Zafar, leader del Jamaat-e-Islami, ha affermato con vigore che la lotta dei palestinesi è destinata a prevalere e a non essere unicamente vincolata a pochi leader.

Parallelamente, la Palestine Foundation Pakistan ha organizzato una preghiera di massa, seguita da un coro che annunciava il desiderio di “distruggere Israele.” Questi eventi dimostrano come la questione palestinese stia divenendo una causa condivisa anche al di fuori della regione, coinvolgendo una rete di attivisti e sostenitori in tutto il mondo musulmano.

Un contesto di conflitto duraturo

Mentre le manifestazioni continuano, mediatori internazionali stanno cercando di favorire un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, in un contesto di crescente inflazione e tensioni nella regione. Le ultime settimane di conflitto, caratterizzate da attacchi incrociati e conseguenze devastanti per la popolazione civile sia a Gaza che in Israele, hanno reso sempre più urgenti gli sforzi per promuovere un dialogo e una possibile risoluzione. La tempistica dell’assassinio di Haniyeh, infatti, pone interrogativi su come evolverà la situazione nella regione e sul futuro del conflitto israelo-palestinese.

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