In questi ultimi giorni, la capitale ha assistito a un incremento significativo delle occupazioni nelle scuole da parte degli studenti. Le proteste, che hanno preso piede in diversi istituti romani, non mostrano segnali di rallentamento. Solo negli ultimi tre giorni, si sono aggiunte cinque nuove occupazioni, portando il totale a quattordici scuole coinvolte. L’argomento riguarda richieste politiche e sociali, ma anche problematiche interne agli stessi istituti. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo nelle scuole romane.
Le ultime occupazioni e le scuole coinvolte
Negli ultimi giorni, il clima di tensione e attivismo studentesco ha portato a occupazioni significative in tutta Roma. Tra venerdì e oggi, si sono aggiunti al già nutrito elenco di scuole occupate i licei Kant, Russell e Carducci. Questi istituti si uniscono a quelli già confluiti nella protesta, come il Morgagni, il Manara e le scuole dell’area monteverdina la scorsa settimana.
Il movimento ha avuto inizio con un certo ritardo rispetto agli anni precedenti, ma adesso sembra essere in pieno svolgimento. Le prime occupazioni erano state quelle degli studenti del Gullace, Pilo Albertelli, Enzo Rossi, Plinio Seniore e Cavour. Questa mobilitazione ha trovato un’ulteriore adesione con il coinvolgimento del Montessori, del Rossellini e del Virgilio, il quale ha vissuto un acceso dibattito interno riguardante l’occupazione.
Le scuole occupate non si limitano ai quartieri centrali; anche le aree di periferia hanno visto un’ampia partecipazione. Un segno evidente del malcontento diffuso tra gli studenti, che non si limitano a questioni locali ma abbracciano tematiche nazionali e internazionali. Le occupazioni riflettono una necessità di far sentire la propria voce in un contesto in cui le istanze più urgenti sembrano venire ignorate.
Le rivendicazioni degli studenti
Le motivazioni alla base delle occupazioni sono variegate e di grande rilevanza. Gli studenti si sono uniti per esprimere un forte dissenso nei confronti del governo Meloni, richiedendo anche una posizione chiara sulla Palestina. Tuttavia, oltre alla sfera politica, ci sono questioni che riguardano la gestione interna delle scuole stesse. Le richieste variano da una maggiore attenzione per la sicurezza e il benessere degli studenti, all’implementazione di valori fondamentali come antifascismo, antirazzismo e femminismo intersezionale.
Molti studenti richiedono un ambiente di discussione aperto e sicuro, dove le differenze possano essere affrontate e rispettate. Questa sete di dialogo è rappresentativa di un corpo studentesco che si sente trascurato e desideroso di modificare il proprio spazio di apprendimento. Le occupazioni sono quindi un modo per rivendicare la propria presenza e la necessità di essere ascoltati.
La situazione al Carducci e l’autogestione
Recentemente, il collegio dei studenti del Carducci ha diramato un comunicato in cui spiegano le ragioni della loro occupazione. La loro azione non è casuale, ma è il risultato di anni di richieste ignorate e di una gestione che non ha rispettato i bisogni degli studenti. I membri del collettivo Asmara hanno criticato apertamente sia il personale docente sia la segreteria, evidenziando comportamenti che, a loro avviso, non sono in linea con i valori di inclusione e rispetto.
L’occupazione, affermano, non serve solo ad esprimere un’istanza di autogestione, ma ambisce anche a costruire un’alternativa rispetto a un tipo di istruzione percepita come inadeguata. Attraverso corsi, assemblee e spazi di confronto, gli studenti del Carducci cercano di promuovere un modello educativo che rispecchi i loro valori e le loro aspirazioni.
In questo contesto, il movimento studentesco romano si sta consolidando giorno dopo giorno, diventando non solo un fenomeno di protesta, ma un vero e proprio laboratorio di idee per un futuro migliore.