Il contesto attuale intorno all’autorizzazione all’abbattimento di due lupi in Val Venosta ha suscitato ampie polemiche. A seguito della presentazione di un’istanza cautelare da parte di diverse associazioni animaliste, il Tribunale amministrativo di Bolzano ha temporaneamente sospeso il provvedimento firmato dal presidente Arno Kompatscher. La questione, che coinvolge non solo le dinamiche locali di gestione della fauna selvatica, ma anche aspetti giuridici a livello costituzionale e europeo, sarà ulteriormente affrontata il 24 settembre.
Autorizzazione all’abbattimento: il contesto legale
Le associazioni e le motivazioni del ricorso
L’avvocato Aurora Loprete, su mandato delle associazioni LEAL, LEIDAA, OIPA e “Zampe che danno una mano“, ha presentato un ricorso contro l’autorizzazione all’abbattimento di due lupi in Val Venosta per presunti problemi di predazione. Queste organizzazioni sostengono che la misura messa in atto dalla Provincia Autonoma di Bolzano non solo contravviene alla direttiva habitat dell’Unione Europea, ma viola anche gli articoli 9 e 117 della COSTITUZIONE ITALIANA.
Nel documento presentato, viene sollevata la questione della legittimità della decisione, ritenuta viziata per mancanza di presupposti e di corretta istruttoria. Le associazioni hanno evidenziato che la motivazione addotta da Kompatscher è insufficiente e non tiene conto del principio di proporzionalità , risultando inadeguata per affrontare una questione complessa come il mantenimento degli equilibri ecologici locali. In particolare, si critica l’idea che l’uccisione di due lupi possa risolvere il problema delle predazioni, sottolineando che le conseguenze di tali interventi possono essere, a dir poco, imprevedibili per le dinamiche di branco.
Riflessioni legali sull’efficacia del provvedimento
L’Ispra è stata interpellata dalla Provincia riguardo ai criteri che hanno portato al decision making sull’abbattimento. L’ente ha segnalato che non ci sono chiari parametri per individuare l’area colpita dai danni, rendendo così impossibile valutare la gravità della situazione e, di conseguenza, giustificare l’eccezione alla regola di protezione della specie. Insomma, la situazione si complica ulteriormente, con le autorità competenti ora chiamate a fornire chiarimenti.
Presente e futuro del ricorso
Prossimi passi dopo la sospensione
Grazie all’accoglimento dell’istanza cautelare, l’autorizzazione all’abbattimento è attualmente sospesa fino alla data dell’udienza, fissata per il 24 settembre. Durante questo lasso di tempo, le associazioni non solo continueranno a preparare la loro difesa legale, ma avranno anche la possibilità di cercare supporto e mobilitare l’opinione pubblica, affinché venga fatta chiarezza su una questione così delicata.
L’associazione GREEN IMPACT, ad adiuvandum, ha già annunciato la sua intenzione di partecipare al processo, sostenendo l’importanza della tutela dei lupi e delle normative a essi relative. Il coinvolgimento di più enti e associazioni potrebbe portare a un’ulteriore intensificazione del dibattito pubblico, che si è già rivelato scottante.
Implicazioni ecologiche e sociali
Le decisioni riguardanti l’abbattimento della fauna selvatica non solo impattano l’ecologia locale, ma toccano anche le corde della cultura e della società . La controversia attorno ai lupi in Val Venosta riflette un dilemma più ampio: come bilanciare le esigenze degli allevatori con la necessità di preservare la biodiversità ? Gli esiti del ricorso non influenzeranno soltanto il destino immediato dei due lupi, ma potrebbero avere ripercussioni significative sulle politiche future riguardanti la fauna selvatica in tutto il Trentino-Alto Adige.
Nell’attesa di nuove sviluppi, appare evidente che la questione dell’abbattimento dei lupi non è solo un problema legale, ma una sfida complessa che richiede attenzione e una visione a lungo termine.