Psichiatra condannato per violenza sessuale: la drammatica vicenda di una paziente

Psichiatra condannato per violenza sessuale: la drammatica vicenda di una paziente

Un medico psichiatra condannato per violenza sessuale su una paziente mette in evidenza le vulnerabilità dei soggetti in terapia e la necessità di maggiore vigilanza nel settore della salute mentale.
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Psichiatra condannato per violenza sessuale: la drammatica vicenda di una paziente - Gaeta.it

Un caso di violenza sessuale sta catturando l’attenzione dei media e della società. Lo psichiatra Stefano Cogliatti Dezza, è stato condannato a due anni e dieci mesi per aver abusato di una giovane paziente, Carlotta . Questi eventi mettono in luce le fragilità e le vulnerabilità delle persone che si rivolgono a professionisti della salute mentale, confidando nella loro terapia e supporto.

I fatti che hanno portato alla condanna

La vicenda affonda le radici nel 2019, quando Carlotta, una ragazza di 27 anni, si rivolge a Cogliatti Dezza con l’intenzione di affrontare un improvviso aumento di peso. Da 60 chili in pochi mesi si ritrova a pesarne 85, una situazione che la spinge a cercare assistenza professionale. All’epoca, il medico era noto in famiglia, avendo già curato la sorella di Carlotta, la quale, in un tragico incidente, si suicidò nel 2007. Nonostante il passato di Cogliatti Dezza, che aveva lasciato un buon ricordo nella famiglia per il supporto offerto, la situazione si evolve negativamente.

Secondo l’accusa, il medico sfrutta la vulnerabilità di Carlotta, portandola ad accettare pratiche sessuali estreme durante le sedute, spingendola all’uso di cera calda sul corpo e frustate, una dinamica di sfruttamento che ha gravemente compromesso il benessere psicologico della giovane. Carlotta, confessa infatti di essere stata ridotta in uno stato di suggestione tale da permettere al medico di avere il pieno controllo sulla situazione.

La sentenza di primo grado inflitta dal giudice dell’udienza preliminare prevedeva una condanna a quattro anni e sei mesi. Questo verdetto è stato successivamente ridotto in appello ma rimane comunque pesante per un professionista che dovrebbe tutelare la salute mentale dei suoi pazienti.

Un processo che si avvicina alla Cassazione

Attualmente, Cogliatti Dezza si trova in una situazione delicata poiché la Corte d’Appello ha deciso di confermare gran parte delle accuse, riducendo la pena ma mantenendo comunque un’ottica punitiva per le sue azioni. Se la Corte di Cassazione dovesse confermare la sentenza, per il medico si apriranno le porte del carcere. La legge stabilisce che per reati di violenza sessuale con pene superiori ai due anni è difficile accedere a misure alternative.

L’attesa della sentenza della Cassazione diventa quindi un momento cruciale, non solo per la vita del medico, ma anche per la vulnerabilità di molte altre persone che si trovano nelle mani di professionisti della salute mentale. La questione sottolinea una necessità di maggiore vigilanza e regolamentazione sulle pratiche all’interno di questi ambiti.

Le conseguenze per la vittima

Nonostante le drammatiche esperienze, Carlotta è riuscita a recuperare la lucidità necessaria per affrontare il suo trauma. Dopo aver preso coraggio, ha denunciato Cogliatti Dezza e reso pubblica la sua storia, cercando non solo giustizia per se stessa ma anche un riscatto per tutte le persone che possono trovarsi in situazioni simili. Tuttavia, il percorso verso la guarigione è lungo e tortuoso, come dimostrano le sue tentazioni suicide successive alla presa di coscienza delle atrocità subite.

La storia di Carlotta è un monito potente, poiché evidenzia come un professionista possa abusare di un rapporto di fiducia, provocando conseguenze devastanti. La salute mentale è un campo delicato e le vittime di abusi hanno spesso bisogno di un supporto costante da parte di professionisti capaci di gestire le loro fragilità.

Questo caso di violenza sessuale mette in luce la vulnerabilità delle persone che cercano aiuto e la responsabilità etica dei professionisti della salute mentale nel garantire sicurezza e rispetto. La vicenda è un richiamo a procedere con cautela nel costruire relazioni terapeutiche e incoraggia una riflessione approfondita sul ruolo dei medici e sulla protezione delle vittime.

Ultimo aggiornamento il 22 Gennaio 2025 da Armando Proietti

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