Psoriasi: attesa di 12 anni per terapie specifiche, il grido d'allerta degli esperti

Psoriasi: attesa di 12 anni per terapie specifiche, il grido d’allerta degli esperti

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Psoriasi: attesa di 12 anni per terapie specifiche, il grido d'allerta degli esperti - Fonte: Adnkronos | Gaeta.it

La psoriasi rappresenta una sfida significativa per molti pazienti, con un’attesa che può raggiungere anche dodici anni prima di ricevere trattamenti specifici. Durante una recente conferenza stampa a Roma, Maria Concetta Fargnoli, ordinaria di Dermatologia e Venereologia all’Università dell’Aquila e vicepresidente di Sidemast, ha evidenziato i problemi di accesso alle cure e l’importanza della sensibilizzazione, sia dei medici di medicina generale che dei pazienti stessi. L’approvazione della rimborsabilità per il farmaco orale deucravacitinib offre una nuova speranza.

Le difficoltà di accesso alle terapie per la psoriasi

La lentezza nel riconoscimento e nel trattamento

La psoriasi è una patologia immunitaria cronica che colpisce la pelle e le articolazioni, causando non solo disagi fisici, ma anche problematiche psicologiche e sociali. Anche se esistono soluzioni terapeutiche, la strada per accedervi è spesso irta di ostacoli. Secondo Fargnoli, le ragioni del lungo ritardo nell’inizio delle terapie sono legate a fattori territoriali e alla scarsa comunicazione tra medici e pazienti. È fondamentale, sottolinea, che i medici di medicina generale riconoscano l’importanza di inoltrare i pazienti a specialisti dermatologi.

In un contesto dove l’informazione spesso scarseggia, è imprescindibile investire nella sensibilizzazione dei pazienti, affinché comprendano l’importanza di un accesso tempestivo alle cure. È necessario sviluppare una rete di supporto e di informazione che aiuti a orientare i pazienti verso le giuste tappe del percorso terapeutico, evitando che problematiche come la sottovalutazione della malattia ostacolino il normale iter di cura.

Abbandono delle terapie: un fenomeno preoccupante

Un altro aspetto critico evidenziato è il fenomeno dell’abbandono delle terapie, che si verifica frequentemente dopo un iniziale miglioramento. Fargnoli ha notato come i pazienti, spesso incoraggiati dal controllo dei sintomi, tendano a rinunciare ai trattamenti, o a prolungarne i tempi di assunzione senza consultare il medico. Tale comportamento può derivare da una percezione errata delle reali necessità terapeutiche, aumentando il rischio di ricadute e complicazioni.

La consapevolezza da parte del paziente della propria condizione è cruciale; una partecipazione attiva alla gestione della malattia può fare la differenza nel mantenimento di uno stato di salute ottimale. È quindi importante educare i pazienti riguardo all’importanza della continuità terapeutica e dei controlli regolari, affinché non vengano sottovalutati i segnali di allerta.

Opzioni terapeutiche per la psoriasi moderata e severa

Farmaci convenzionali e innovativi

Attualmente, per la psoriasi moderata-severa, esistono diverse opzioni terapeutiche. Fargnoli ha delineato il panorama, che include farmaci convenzionali e innovativi. I trattamenti convenzionali, sebbene utili, presentano limiti significativi in termini di efficacia e di tossicità a lungo termine. Tuttavia, l’avvento di farmaci biologici e piccole molecole ha aperto nuove prospettive per la gestione della malattia.

I farmaci biologici di prima generazione sono noti per la loro efficacia, ma molti pazienti avvertono un’eccessiva invadenza in queste terapie. Gli specialisti devono, pertanto, trovare soluzioni che bilancino l’efficacia terapeutica con il desiderio di trattamenti meno aggressivi, soprattutto per le forme moderate della psoriasi.

Un approccio multidisciplinare alla gestione della psoriasi

La gestione della psoriasi non può limitarsi solo a un trattamento dermatologico, ma richiede un approccio multidisciplinare. Le comorbidità associate alla psoriasi, come le problematiche reumatologiche o gastrointestinali, necessitano dell’intervento di diversi specialisti, come reumatologi e gastroenterologi. Fargnoli ha messo in evidenza l’importanza di una cooperazione tra differenti figure professionali per garantire una presa in carico completa.

Il nuovo farmaco deucravacitinib, che ha ottenuto il beneficio della rimborsabilità, rappresenta un’opportunità concreta per migliorare la qualità della vita dei pazienti. La possibilità di ridurre il burden infiammatorio e gestire le comorbidità in modo più efficace potrebbe incentivare i pazienti a intraprendere un percorso di cura più strutturato, riscoprendo relazioni sociali che spesso vengono trascurate a causa della malattia.

  • Marco Mintillo

    Marco Mintillo è un giornalista e blogger specializzato in cronaca e attualità, con una passione per i viaggi. Collabora regolarmente con Gaeta.it, un sito di riferimento per notizie e approfondimenti sulla città di Gaeta e oltre. Qui, Marco pubblica articoli che spaziano dall'analisi di eventi locali a questioni di rilievo internazionale, offrendo sempre una prospettiva fresca e dettagliata. La sua abilità nel raccontare i fatti attraverso la lente del viaggiatore gli ha guadagnato una fedele base di lettori che apprezzano la sua capacità di legare la cronaca mondiale alle storie del territorio.

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