Il recente intervento del presidente russo Vladimir Putin ha portato a un significativo cambiamento per Ariston Thermo Rus LLC, la controllata russa del gruppo Ariston. La decisione di rimuovere la gestione temporanea affidata a Gazprom potrebbe influenzare non solo le operazioni aziendali dell’impresa italiana in Russia, ma anche il contesto delle relazioni commerciali tra Italia e Federazione Russa. Di seguito, un’analisi dettagliata della situazione attuale, le implicazioni per Ariston e la reazione delle autorità italiane.
Il decreto di Putin sull’Ariston
Un decreto firmato da Vladimir Putin ha chiarito la posizione della controllata russa di Ariston, annullando la gestione temporanea che era stata trasferita a Gazprom nel marzo scorso. Secondo un comunicato ufficiale dell’agenzia russa, la totalità delle azioni di Ariston Thermo Rus, registrata nella regione di Leningrado, è tornata sotto il controllo di Ariston Holding N.V. Questo passo segna una rottura con la gestione precedente, che aveva sollevato preoccupazioni riguardo alla nazionalizzazione di aziende straniere in Russia. Ad aprile 2024, infatti, un decreto presidenziale aveva conferito a Gazprom il controllo sulle operazioni, portando alla decisione di considerare non valida la clausola attestante tale trasferimento.
Con questo cambiamento, Ariston potrà riacquisire le sue funzioni aziendali, consentendo di riavviare e ottimizzare la produzione di scaldabagni e boiler. L’agenzia di stampa ufficiale russa ha confermato che la restituzione della gestione rappresenta una mossa diretta del Cremlino, con l’intento di rafforzare i legami economici con aziende straniere e rassicurare gli investitori.
Conseguenze per Ariston e le relazioni commerciali
La decisione ha delle ripercussioni non soltanto per Ariston, ma anche per l’intero contesto commerciale tra Italia e Russia. Il passato recente ha visto un deterioramento delle relazioni bilaterali, in gran parte dovuto alle tensioni geopolitiche e alle sanzioni imposte da parte dell’Europa. La nazionalizzazione temporanea delle attività di Ariston aveva destato preoccupazioni, dal momento che l’azienda ha la sede legale in Olanda, cosa che induceva a domandarsi in che misura il governo russo fosse disposto a tollerare tali incertezze nei confronti di imprese europee.
Da parte russa, era stato chiarito che non era intenzione di Mosca danneggiare un’impresa italiana, ma la reazione governativa aveva avuto forte eco nel panorama imprenditoriale. Paolo Merloni, presidente esecutivo di Ariston Group, ha accolto con favore il ripristino del controllo, sottolineando come questa decisione rappresenti un passo per il ritorno alla normale operatività. Questa situazione consente di riprendere rapporti e produzione in un momento critico per le economie europee e russe.
La reazione della Farnesina
Le autorità italiane, attraverso il ministero degli Affari Esteri, hanno accolto positivamente la decisione del Cremlino. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha sottolineato come questo sviluppo sia il risultato di un’azione diplomatica prolungata, e che dimostra l’importanza di mantenere per le imprese italiane un’adeguata protezione in territori esteri, anche in un contesto di tensioni politiche. Nel 2024, la Farnesina ha istituito un Tavolo di lavoro proprio per tutelare le aziende italiane ancora attive in Russia, in un contesto di sanzioni economiche e politiche.
Il supporto delle associazioni imprenditoriali italiane e il lavoro congiunto tra le istituzioni italiane e le realtà associative attive in Russia hanno avuto un ruolo fondamentale nel raggiungere questa risoluzione. Le azioni coordinate hanno contribuito a stabilire le giuste condizioni per il reintegro di Ariston nel mercato russo. Anche il comunicato del ministero degli Esteri ha messo in rilievo l’importanza del dialogo e della cooperazione tra i vari attori per garantire risultati favorevoli per le aziende coinvolte.
Questi recenti sviluppi sono emblematici di una fase in cui le aziende italiane cercano di navigare le complessità delle relazioni internazionali, rimanendo attive su mercati storicamente importanti come quello russo.