Quattro anni dalla tragedia di Alex Bonucchi: la madre chiede giustizia e verità

Quattro anni dalla tragedia di Alex Bonucchi: la madre chiede giustizia e verità

Il quarto anniversario della morte di Alex Bonucchi, avvenuta in circostanze misteriose ad Algeri, segna la continua battaglia della madre per giustizia e verità attraverso una manifestazione a Roma.
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Quattro anni dalla tragedia di Alex Bonucchi: la madre chiede giustizia e verità - Gaeta.it

Nella giornata di domani ricorrerà il quarto anniversario della morte di Alex Bonucchi, un giovane modenese evidentemente solare e appassionato di sport. Il 4 gennaio 2021, Alex ha perso la vita in circostanze drammatiche mentre lavorava come tecnico elettricista in un hotel ad Algeri. La madre, Barbara Degli Esposti, sta portando avanti una battaglia instancabile per ottenere giustizia e sapere la verità sulla morte del figlio. Per questo motivo, il prossimo 11 gennaio parteciperà a una manifestazione in piazza Re di Roma, un evento pubblico con l’obiettivo di portare a galla le responsabilità legate alla tragica scomparsa di Alex.

La morte di Alex Bonucchi: un evento tragico

Alex Bonucchi, solo 25 anni, è ricordato dai familiari e dagli amici come una persona piena di vita. La sua vita è stata stroncata il 4 gennaio 2021 in circostanze misteriose nella piscina di un hotel algerino. Da quando è avvenuto il dramma, la madre ha intrapreso un lungo percorso per cercare di fare luce su quanto accaduto. Secondo le prime ricostruzioni, il giovane si sarebbe trovato nei pressi di una canalina elettrica scoperta, dove avrebbe subito una scarica elettrica fatale. Una testimonianza di un altro ospite dell’hotel, un militare bielorusso, confermerebbe questa versione dei fatti, sostenendo di aver visto Alex appoggiarsi contro la parete in modo fatale.

Le versioni fornite dai titolari dell’hotel sembrano contraddirsi e, nel corso del tempo, sono emersi dubbi su come siano stati condotti gli accertamenti. Già dalla prima autopsia algerina fino a quella italiana, entrambi i referti confermerebbero la causa violenta della morte per folgorazione. Questa evidenza ha lasciato molti interrogativi aperti sulla gestione della situazione e sulla sicurezza della piscina in cui Alex si trovava.

La battaglia legale e le istituzioni coinvolte

Barbara Degli Esposti, la madre di Alex, ha manifestato il suo disappunto per la gestione del caso da parte delle autorità sia italiane che algerine. Secondo la madre, le prime udienze sono state tenute con poca trasparenza, senza alcuna rappresentanza italiana. In particolare, ha denunciato come le testimonianze fondamentali siano state ignorate e le prove potenzialmente chiave siano state manipolate o non considerate.

Oltre alle discrepanze nella gestione del caso, Barbara ha sollevato preoccupazioni riguardo alla scomparsa di organi del figlio, indicati come cuori e polmone destro, che non sono stati restituiti alla famiglia dopo la morte. Le autorità algerine avrebbero dichiarato che gli organi sono stati seppelliti in un cimitero locale senza il consenso della famiglia. Barbara chiede aiuto alle istituzioni italiane, compreso il ministero degli Esteri, affinché queste vicende possano trovare una risoluzione e giustizia per suo figlio.

La mobilitazione e il futuro della lotta per la giustizia

L’11 gennaio si svolgerà a Roma una manifestazione che mira a richiamare l’attenzione sull’importanza di ottenere giustizia per Alex. Barbara Degli Esposti intende rendere pubblica la sua battaglia e sollecitare le autorità italiane a prendere in considerazione le prove e le testimonianze a favore della causa. Questo evento non è soltanto un’occasione di protesta, ma una richiesta affinché si riaccenda l’attenzione su un caso che ha sollevato molte polemiche e interrogativi.

La determinazione di Barbara per trovare verità e giustizia non sembra affievolirsi, e lei ha comunicato chiaramente che continuerà a combattere per far luce sull’accaduto. Il suo impegno è diventato un simbolo di speranza per molti che, in situazioni simili, si sentono abbandonati dalle autorità. La battaglia di una madre per il suo ragazzo, un viaggio personale che trascende le mura dell’aula di giustizia, rappresenta al contempo una richiesta collettiva di sicurezza e rispetto per la vita umana.

Ultimo aggiornamento il 3 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina

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