In un’epoca in cui la formazione dei giovani seminaristi si fa sempre più complessa, quattro diocesi del Triveneto hanno dato vita a un progetto emblematico, che promette di dare nuovi impulsi alla preparazione spirituale e umana delle future generazioni di sacerdoti. I vescovi delle diocesi di Adria-Rovigo, Chioggia, Padova e Vicenza hanno, infatti, presentato una nuova iniziativa che prevede la coabitazione dei seminaristi nella casa “Madre Teresa di Calcutta“, all’interno dell’Opera della Provvidenza di S. Antonio. A partire dal prossimo settembre, i seminaristi vivranno e studieranno insieme, con l’obiettivo di migliorare la loro formazione in un contesto che abbandona il tradizionale modello di collegio.
La nascita di un progetto innovativo
L’idea di unire le forze tra le quattro diocesi è emersa due anni fa, durante una serie di incontri tra i vescovi. Monsignor Giampaolo Dianin, vescovo di Chioggia, ha spiegato che l’iniziativa non si limita a un semplice accorpamento dei seminari esistenti, ma punta a creare un’esperienza educativa e formativa unica. “Volevamo iniziare qualcosa di nuovo,” ha dichiarato, sottolineando l’importanza di una sede inedita che possa favorire un ambiente stimolante e non solo unire le varie diocesi in un’unica struttura. La scelta di “Madre Teresa di Calcutta” riflette un intento concreto di superare la tradizionale vita collegiale, consentendo ai giovani seminaristi di mettere al centro il loro percorso di crescita e formazione spirituale.
Struttura e servizi del nuovo seminario
La casa “Madre Teresa di Calcutta” si preannuncia come un ambiente moderno e accogliente. Dispone di 24 stanze, una cappella, due cucine, una lavanderia e spazi comuni, tutti elementi pensati per favorire la socializzazione e lo sviluppo di un forte senso di comunità tra i seminaristi. Attualmente, si stima che i seminaristi delle quattro diocesi siano 19, una cifra che evidenzia la necessità di collaborare per garantire un’istruzione di alta qualità, nonostante il numero sempre più esiguo di candidati al sacerdozio.
Inoltre, la gestione economica del nuovo seminario sarà attribuita a un’associazione formata da rappresentanti dei quattro seminari diocesani. Questa scelta mira a garantire una supervisione attenta e una pianificazione concertata, con l’idea che, in base ai risultati della sperimentazione, si possa individuare una sede alternativa per il futuro. Il progetto mantiene aperte le porte alla collaborazione con altre diocesi, nella speranza di creare una rete più ampia di supporto formativo.
Un percorso educativo personalizzato
La novità di questo seminario non si limita alla dimensione fisica, ma si estende anche alla progettazione educativa. I rettori dei seminari diocesani hanno collaborato per elaborare un progetto educativo che risponde alle esigenze dei giovani formandi. Don Aldo Martin, attuale rettore del seminario di Vicenza e futuro responsabile della nuova struttura, ha messo in evidenza l’importanza di rendere il percorso formativo stigma di autonomia e personalizzazione. Ogni seminarista avrà l’opportunità di gestire il proprio cammino educativo, occupandosi anche delle esperienze di servizio e tirocinio nelle parrocchie di riferimento.
“Il nostro desiderio è di rendere indipendente il percorso formativo dal piano di studi,” ha enfatizzato Don Martin, auspicando che ogni seminarista diventi protagonista della propria crescita. L’obiettivo è di coinvolgerli attivamente nella progettazione delle loro esperienze, rendendo la formazione più pertinente alle sfide del mondo attuale. In un’epoca di cambiamenti e sfide, questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso un futuro più luminoso per la formazione sacerdotale nella regione.