La commissione paesaggio di Milano ha registrato un importante cambiamento: quattro membri chiave hanno presentato le dimissioni nel pomeriggio di oggi. Tra questi il presidente Alessandro Ubertazzi, gli architetti Giuseppe Marinoni e Giacomo Cristoforo De Amicis e l’ingegnere Dario Vanetti. L’uscita arriva dopo le indagini aperte dalla Procura di Milano nel contesto di alcune inchieste legate all’urbanistica e a possibili abusi edilizi in città .
La comunicazione delle dimissioni e i destinatari
La decisione di lasciare l’incarico è stata comunicata tramite una mail inviata al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e all’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi. Nel messaggio, i membri della commissione paesaggio hanno espresso un ringraziamento per l’opportunità di lavorare sulla qualità del paesaggio urbano. Hanno motivato l’addio con la necessità di tutelare la propria dignità sia personale che professionale, soprattutto a fronte delle contestazioni mosse dalla Procura.
Motivazioni e implicazioni del gesto
La lettera sottolinea il desiderio dei coinvolti di difendersi nelle sedi competenti senza che la presenza in commissione possa arrecare danno alla loro immagine. Si tratta di una mossa formale, che segue l’avvio di accertamenti giudiziari e che sembra dettata dalla volontà di evitare interferenze con le investigazioni in corso, garantendo al tempo stesso la serena conduzione della magistratura.
Il contesto delle indagini e il ruolo della commissione paesaggio
Le indagini riguardano critiche condizioni che coinvolgono principalmente la gestione urbanistica nella città di Milano. In particolare, la Procura milanese ha avviato alcuni accertamenti su potenziali abusi edilizi che potrebbero alterare il paesaggio cittadino. La commissione paesaggio aveva recentemente subito un rinnovo sia nei membri che nel regolamento, proprio per introdurre maggiore trasparenza nella valutazione dei progetti.
Riconferme e speranze vanificate
Nonostante quel rinnovamento, Ubertazzi, Marinoni, De Amicis e Vanetti erano stati confermati alla guida e come membri attivi della commissione. La loro riconferma aveva aperto speranze di un lavoro più chiaro e pubblicamente controllabile, ma la vicenda giudiziaria ha complicato la situazione, sollevando dubbi sull’imparzialità e correttezza delle procedure adottate fino a oggi.
Le difficoltà e il futuro della commissione per il paesaggio
I dimissionari non nascondono rammarico per non aver potuto portare a termine il percorso di trasparenza iniziato a gennaio con il nuovo assetto della commissione. Tra gli obiettivi di questo rinnovamento c’era appunto la volontà di rendere più limpida l’attività di esame dei progetti urbanistici, con un controllo più severo sugli interventi che modificano il tessuto cittadino.
Le sfide per l’amministrazione
Ora l’Amministrazione comunale dovrà affrontare l’incarico di riorganizzare l’organismo. Sarà necessario nominare nuovi membri capaci di proseguire il lavoro senza intoppi, mantenendo chiara la direzione verso la tutela del paesaggio milanese. Nel frattempo, resta da definire quale peso avranno le questioni legali aperte sui precedenti atti della commissione.
La situazione testimonia la complessità del controllo sul territorio in un contesto urbano in rapida evoluzione come Milano. L’attenzione delle autorità giudiziarie mette in luce la delicatezza degli incarichi pubblici e la necessità di garantire trasparenza nelle scelte che incidono sull’ambiente e sul patrimonio cittadino.