Raddoppio scarico fognario tra Gaiola e Nisida: manifestazioni per la tutela ambientale

Raddoppio scarico fognario tra Gaiola e Nisida: manifestazioni per la tutela ambientale

Proteste a Coroglio contro il raddoppio dello scarico fognario tra Gaiola e Nisida, con cittadini e associazioni ambientaliste che chiedono la sospensione del progetto per proteggere l’ecosistema marino.
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Raddoppio scarico fognario tra Gaiola e Nisida: manifestazioni per la tutela ambientale - Gaeta.it

Il progetto del raddoppio dello scarico fognario nella zona di Sito Natura 2000 compreso tra Gaiola e Nisida sta sollevando un’onda di proteste che non accenna a fermarsi. Il tema è di rilevante importanza per la comunità locale e le associazioni ambientaliste, che sottolineano i rischi per l’ecosistema marino della regione. Un flash mob tenutosi a Coroglio ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini uniti nel richiedere la sospensione immediata dell’intervento, considerato da molti come un potenziale danno irreparabile alle bellezze naturali del territorio.

Flash mob a Coroglio per la salvaguardia di un patrimonio naturale

Ieri mattina, Coroglio si è trasformata in un palcoscenico di protesta pacifica contro il progetto di raddoppio dello scarico fognario. Centinaia di persone si sono riunite per un flash mob voluto da diverse associazioni che operano nel settore della tutela ambientale. Il messaggio era chiaro: il raddoppio dello scarico non deve procedere. Un’iniziativa che ha visto come protagonisti non solo cittadini ma anche membri di Europa Verde, il quale ha stigmatizzato l’operazione definendola “scelta scellerata”.

Il preoccupante aspetto di questa iniziativa è che è parte di un piano di riqualificazione dell’area, ma secondo i manifestanti, potrebbe avere ripercussioni devastanti per l’ecosistema locale. Politiche di sviluppo che non considerano le delicate dinamiche ambientali sono una fonte di crescente preoccupazione. I partecipanti al flash mob, tra cui anche consiglieri municipali di Europa Verde, hanno espresso la necessità di trovare forme alternative di gestione del problema, senza compromettere il patrimonio naturalistico.

Le voci della protesta: l’appello di Europa Verde e delle associazioni locali

Il sostegno di Europa Verde è stato determinante per dare visibilità all’iniziativa. I rappresentanti locali come Lorenzo Pascucci, Rino Nasti, Luca Bonetti e Gianni Caselli hanno attivamente partecipato all’evento, ponendo l’attenzione su ciò che considerano una minaccia per due delle aree marine più preziose del territorio. Gaiola e Nisida, già sotto pressione per la loro bellezza straordinaria, rappresentano un tesoro naturale che non può essere sacrificato a progetti di riqualificazione senza un’accurata valutazione dei rischi che ne deriverebbero.

Le associazioni come CSI Gaiola Onlus e il Coordinamento Tutela Mare “Chi Ten O’ Mar” hanno unito le forze in questa battaglia, richiedendo una revisione del progetto attuale. L’obiettivo è semplice: garantire la protezione dell’area marina e preservare la qualità ambientale che caratterizza queste località. Gli attivisti fanno appello a un dialogo costruttivo con le autorità per trovare soluzioni che non mettano a repentaglio l’integrità di paesaggi tanto fruibili quanto vulnerabili.

La risposta delle istituzioni e l’assegnazione dei diritti

Mentre la contestazione cresce, le istituzioni sono chiamate a rispondere. La questione si presenta complessa, dato che il progetto di raddoppio dello scarico fognario è parte di un piano più ampio che cerca di portare avanti interventi necessari per il sistema fognario della città. Tuttavia, i cittadini e le associazioni chiedono che i diritti di sfruttamento delle risorse naturali non avvengano a spese di un ecosistema in equilibrio.

Il tema della sostenibilità diventa cruciale quindi. È fondamentale trovare un compromesso che tenga conto delle necessità della comunità e dell’ambiente. Per ora, il movimento di protesta ha messo sul tavolo della discussione un punto fermo: la salvaguardia di Gaiola e Nisida, due aree che non possono essere messe in pericolo dalle scelte fatte da pochi senza il consulto della popolazione. L’attesa è per un segnale dalle autorità, che potrebbero riaprire il dibattito e valutare un ripensamento delle strategie previste.

Ultimo aggiornamento il 16 Dicembre 2024 da Laura Rossi

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