Radioterapia oncologica in Italia: carenza di specialisti e difficoltà d'accesso ai trattamenti

Radioterapia oncologica in Italia: carenza di specialisti e difficoltà d’accesso ai trattamenti

La radioterapia oncologica in Italia affronta una crisi grave, con solo il 30% dei pazienti che accede ai trattamenti necessari. Urgente la formazione di nuovi specialisti e un miglioramento dell’organizzazione sanitaria.
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Radioterapia oncologica in Italia: carenza di specialisti e difficoltà d'accesso ai trattamenti - Gaeta.it

La radioterapia oncologica riveste un ruolo cruciale nella cura dei tumori, ma in Italia si trova ad affrontare una grave crisi. La mancanza di specialisti e le difficoltà negli accessi ai trattamenti hanno portato a un utilizzo insufficiente delle terapie radioterapiche rispetto agli standard internazionali. Recentemente, durante gli Stati generali della radioterapia oncologica organizzati a Roma da esperti del settore e da rappresentanti istituzionali, sono emerse preoccupazioni significative riguardo alla situazione attuale. Si è evidenziato come il 60% dei pazienti con diagnosi di neoplasia abbia bisogno di radioterapia, ma solo il 30% riesca ad accedervi.

Appelli dalle società scientifiche

Durante l’incontro romano, sono stati formulati appelli chiari e diretti alle istituzioni da parte delle società scientifiche, composte da radio-oncologi, oncologi medici, radiologi e associazioni di pazienti. La necessità di migliorare la formazione in radioterapia, specialmente nei corsi di laurea in Medicina e nei percorsi di specializzazione, è stata sottolineata. Le società chiedono l’istituzione di borse di studio per incentivare la presenza di giovani professionisti nel settore. La carenza di radio-oncologi specializzandi è infatti un fattore critico che potrebbe compromettere l’offerta di trattamenti nei prossimi dieci anni.

Un altro punto fondamentale riguarda il rafforzamento del ruolo dei radio-oncologi all’interno dei team multidisciplinari nella sanità, con l’obiettivo di aumentare il loro coinvolgimento nelle Reti oncologiche regionali e negli organi decisionali. Il corretto approccio alla gestione delle patologie tumorali richiede l’integrazione di competenze diverse, rendendo essenziale il contributo degli specialisti in radioterapia. Le società scientifiche hanno inoltre chiesto di delineare percorsi terapeutici chiari, in grado di integrare farmaci e radioterapia, soprattutto nelle neoplasie dove questo approccio ha dimostrato di essere efficace senza causar effetti collaterali aggiuntivi.

La prospettiva dell’onorevole Cappellacci

Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, ha messo in evidenza l’importanza della radioterapia oncologica nella lotta contro il cancro. Ha dichiarato che molti pazienti italiani non hanno ancora accesso a queste terapie fondamentali, e l’evento di Roma deve essere visto come un punto di partenza per un cambiamento reale. È stata sottolineata l’urgenza di investire nella formazione di nuovi specialisti, ottimizzando l’erogazione di trattamenti su tutto il territorio nazionale. La radioterapia deve essere adeguatamente riconosciuta come parte integrante della cura delle patologie oncologiche, promuovendo un approccio olistico che possa migliorare la qualità della vita dei pazienti.

L’emergenza nella formazione e nell’organizzazione

Nel contesto attuale emerge soprattutto la necessità di avviare un dialogo costruttivo tra specialisti e istituzioni. Le carenze nel campo della radioterapia sono evidenti: attualmente, in Italia ci sono solo 1.045 professionisti distribuiti tra circa 200 centri di radioterapia, con una netta disparità tra le regioni. Il numero ridotto di radiologi oncologici è frutto di un insufficiente afflusso di iscritti alle scuole di specializzazione. Nel 2024, soli 23 studenti si sono iscritti a fronte di 170 posti disponibili.

Questa disparità richiede un intervento immediato: da un lato, le università devono ampliare l’offerta formativa dedicata alla radioterapia nei corsi di laurea, aumentando i crediti formativi universitari, dall’altro, le scuole di specializzazione devono diventare più attrattive, prevedendo borse di studio per gli specializzandi. Senza questi cambiamenti, la professione rischia di trovarsi in grande difficoltà, potenzialmente portando a una situazione in cui la radioterapia possa quasi scomparire nei prossimi dieci anni. La sfida è ora quella di agire in modo mirato per garantire un futuro adeguato alla radioterapia oncologica in Italia.

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