Il florovivaismo Made in Italy ha toccato nel 2024 un nuovo traguardo, con un valore che ha raggiunto i 3,3 miliardi di euro. Questo risultato record è stato influenzato in modo significativo dalla forza dell’export, che si attesta a circa 1,3 miliardi. Alla base di questi successi si trovano le circa diciannovemila imprese impegnate nella produzione di piante e fiori, che operano su una superficie di ben 30mila ettari. L’analisi del settore è emersa dal Rapporto nazionale realizzato da Centro Studi Divulga e Ixe’ in collaborazione con Coldiretti, presentato in occasione di Myplant&Garden, la fiera di settore più importante che si è svolta a Milano, Rho.
L’importanza del settore florovivaistico nel contesto italiano
Il settore florovivaistico non è solo un comparto economico rilevante, ma svolge anche un ruolo cruciale nell’ambito sociale e ambientale. La produzione di piante e fiori ha effetti positivi sulla salute e sul benessere collettivo. Queste imprese non solo contribuiscono all’economia nazionale, ma arricchiscono anche il panorama sociale, promuovendo uno stile di vita più salutare e sostenibile. Nonostante i risultati positivi, il settore si trova a dover affrontare sfide importanti, aggravate dalla difficile situazione internazionale, che comprende la guerra in Ucraina e le conseguenze dei cambiamenti climatici.
L’aumento dei costi di produzione rappresenta una problematica significativa per queste aziende. Secondo il Rapporto, i costi energetici hanno subito un incremento del 83% dall’inizio del conflitto, mentre i fertilizzanti sono aumentati del 45%. Anche gli altri input produttivi, come sementi e piantine, hanno avuto un incremento del 29%. Questo scenario di costi in crescita continua a impattare il settore, rendendo difficile per le aziende assorbire tali aumenti.
Le sfide legate alla concorrenza internazionale
Un altro aspetto critico per il settore florovivaistico riguarda la concorrenza sleale, in gran parte originata dalle importazioni a basso costo provenienti dall’estero. Le imprese italiane si trovano a competere con prodotti che non rispettano le stesse normative relative all’utilizzo dei fitosanitari e alla tutela dei diritti dei lavoratori. Le statistiche indicano che il 72% delle importazioni di fiori e piante nell’Unione Europea proviene dall’Olanda. Qui, il porto di Rotterdam è considerato un punto critico per i controlli sulla merce, poiché spesso avviene un processo di “triangolazione“, alterando la provenienza del prodotto e facendolo apparire come comunitario.
In aggiunta, tra i principali paesi extra UE da cui arrivano importazioni si possono citare Cina, Thailandia ed Ecuador, con quest’ultimi in particolare noti per l’afflusso di fiori. Queste dinamiche sono una preoccupazione crescente per gli imprenditori nazionali, il cui valore aggiunto rischia di essere compromesso da prodotti stranieri che non seguono i loro stessi standard di produzione e qualità .
L’impatto dei cambiamenti climatici sulle aziende florovivaistiche
I cambiamenti climatici rappresentano un ulteriore ostacolo per il florovivaismo. Secondo quanto riportato dal Rapporto, ben il 66% delle aziende florovivaistiche italiane ha subito danni a causa di eventi climatici estremi negli ultimi tre anni. Fenomeni come grandinate, trombe d’aria, alluvioni e siccità hanno avuto un impatto profondo sulle coltivazioni, compromettendo la produttività e la salute delle piante. Tutto ciò ha portato a una situazione di crisi per molte imprese del settore, spingendo oltre un terzo di esse a segnalare difficoltà economiche.
L’aumento dei costi, la burocrazia e l’instabilità climatica sono tra le problematiche principali evidenziate dai florovivaisti, seguite dalla mancanza di manodopera qualificata e dagli squilibri esistenti all’interno della filiera produttiva. Il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha ribadito l’urgenza di affrontare questi problemi, facendo appello a una maggiore equità nelle regole del mercato e a misure di sostegno per le aziende.
Le richieste per un supporto governativo
Di fronte a queste difficoltà , Coldiretti chiede interventi concreti che possano supportare il settore florovivaistico. È fondamentale un approccio mirato a contrastare i cambiamenti climatici e a promuovere la produzione di piante e fiori 100% Made in Italy. Riconoscere e valorizzare il lavoro sostenibile dei florovivaisti italiani non è solo un modo per garantire la loro sopravvivenza, ma anche per contribuire positivamente all’ambiente e alla salute pubblica.
La promozione di prodotti locali e un’adeguata considerazione per il settore all’interno della Politica agricola europea potrebbero aiutare a rilanciare e sostenere questo comparto sia in ambito nazionale che internazionale. La sfida è quella di riconoscere il valore dell’impegno dei produttori italiani nel settore, creando un contesto più giusto e competitivo per tutti.