Un episodio di rapimento ha scosso la comunità di San Giorgio a Cremano, culminato nella liberazione di un ragazzo di 15 anni, studente dell’istituto Silvestri di Portici. Il ragazzo è stato liberato dopo ore di angoscia e l’operazione di recupero ha portato all’arresto di un 24enne, ritenuto complice del sequestratore, secondo le prime ricostruzioni svolte dagli inquirenti. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla sicurezza nella zona e ha acceso i riflettori su attività criminali più ampie.
La scoperta e l’arresto del rapitore
Nel pomeriggio di ieri, l’individuo fermato era già fatto oggetto di attenzione da parte delle forze dell’ordine, grazie a indagini tempestive. L’uomo, di origini straniere, aveva legami diretti con la famiglia della vittima, in particolare con il padre, un noto imprenditore della zona di Barra. Durante l’interrogatorio, il 24enne ha svelato che il suo gruppo aveva pianificato un colpo di grande valore, richiedendo un riscatto di un milione e mezzo di euro. Tuttavia, nonostante l’alto importo inizialmente richiesto, hanno portato via solo lo zaino del ragazzo, contenente il suo tablet e libri scolastici.
Secondo le fonti investigative, il giovane era sotto stretto controllo, e l’intervento delle forze dell’ordine è stato fondamentale per il suo rilascio in sicurezza. Le indagini sono state avviate immediatamente dopo l’allerta alla polizia e le operazioni sono proseguite sotto la direzione della DDA. Gli inquirenti stanno ora cercando di identificare e catturare un secondo rapitore, il quale, con il volto coperto, è riuscito a fuggire durante la liberazione.
La dinamica del rapimento
Il rapimento è avvenuto intorno alle 8 di mattina. Dopo breve tempo, il padre del ragazzo ha ricevuto un messaggio su WhatsApp, nel quale i sequestratori lo rassicuravano sulle condizioni del figlio, ma al contempo intimandogli di non avvisare la polizia. Pochi minuti dopo, la richiesta del riscatto ha evidenziato la chiara natura estorsiva dell’azione. L’avvocato della famiglia, Michele Rullo, ha chiarito che i sequestratori hanno mantenuto attive le comunicazioni via chat, sollecitando il padre a inviare il denaro.
Grazie a una coperta operazione della Questura, si è finto di assecondare le richieste dei rapitori per facilitare la liberazione del giovane. Al momento della liberazione, il minore, privo di segni evidenti di violenza, è riuscito a contattare il padre attraverso un passante, chiedendo aiuto. Gli zii, scortati da poliziotti, sono intervenuti nel momento cruciale per garantire che il ragazzo tornasse in famiglia.
La testimonianza e le indagini in corso
Dopo il suo ritorno a casa, il ragazzo ha fornito una testimonianza dettagliata agli investigatori. Ha raccontato di essere stato rinchiuso in un’abitazione lasciata vuota, a pochi passi dal luogo del rapimento. I rapitori, descritti come individui di origine partenopea, l’hanno assicurato che sarebbe stato liberato presto. Ha anche raccontato di essere stato incappucciato e immobilizzato su una sedia, sorvegliato costantemente.
L’avvocato Rullo ha enfatizzato l’importanza della reazione delle forze dell’ordine, ringraziandoli per la professionalità dimostrata nell’operazione di recupero. Nessun danno fisico è stato riportato dal giovane, il quale è poi stato portato a casa dove ha potuto riabbracciare la madre. Le indagini continuano da parte della DDA, i cui agenti stanno scandagliando i legami del gruppo criminale e scrutinando eventuali connessioni all’ambiente criminogeno locale, sono ora al centro delle operazioni per garantire la sicurezza e prevenire ulteriori episodi di simile natura.