Negli ultimi giorni, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha evidenziato l’importanza di approfondire la collaborazione tra l’alleanza atlantica e il Giappone. Questo commento è giunto durante un incontro con il ministro della difesa giapponese a Tokyo, dove Rutte ha messo in luce la necessità di una risposta congiunta agli eventi globali. La situazione in Ucraina, secondo Rutte, ha dimostrato che la sicurezza non è affatto garantita e che gli eventi nell’Indo-Pacifico hanno ripercussioni anche sulla zona transatlantica. È chiaro, quindi, che la cooperazione nell’industria della difesa necessiti di un incremento significativo.
Il progetto Gcap e la sua rilevanza
Una delle manifestazioni più concrete di questo progredire di relazioni è il Global Combat Air Programme , un’iniziativa che coinvolge Regno Unito, Italia e Giappone. Questo programma ambizioso mira a sviluppare un caccia di sesta generazione entro il 2035. Leonardo, l’impresa italiana, è uno dei principali partner, affiancata dalla britannica BAE Systems e dalla giapponese Mitsubishi Heavy Industries. L’accordo è strutturato come una joint venture paritetica, con ciascun paese che detiene un terzo della partecipazione.
All’interno di questa alleanza, altre aziende di rilievo come Avio Aero, Elettronica e MBDA Italia collaborano, insieme a università e centri di ricerca. La condivisione di competenze in questi ambiti potrebbe non solo innalzare i livelli di sicurezza ma anche spingere verso l’innovazione tecnologica in ambito aeronautico.
Il sistema aereo del futuro
Il Gcap si propone come un “sistema dei sistemi”, un concetto che implica un sistema aereo da combattimento in grado di operare su più fronti, ovvero nei settori aerei, terrestri, marittimi, spaziali e cibernetici. Secondo i progettisti, il caccia di nuova generazione fungerà da piattaforma centrale, collegando diverse componenti periferiche, sia pilotate che autonome. Questa strategia mira a garantire un’operatività multidimensionale e interconnessa, fondamentale per la sicurezza collettiva.
Le implicazioni geopolitiche del Gcap
L’approfondimento condotto da Alessandro Marrone e Michele Nones dell’Istituto affari internazionali ha sottolineato le ampie implicazioni geopolitiche del Gcap. La cooperazione tra Regno Unito, Italia e Giappone potrebbe modellare le dinamiche trilaterali in un contesto di crescente tensione internazionale. Sebbene Regno Unito e Italia siano già membri della Nato, il Giappone sta integrando meglio le sue strategie di difesa con quelle dell’alleanza atlantica, riflettendo un’importanza sempre più grande della cooperazione sulla sicurezza nell’Indo-Pacifico. Il programma richiede che i sistemi siano compatibili con gli standard della Nato, ma deve anche soddisfare i requisiti specifici dei partner fondatori.
L’Italia e l’esercitazione Rising Sun 2024
Un altro segnale del rafforzamento dei legami tra Italia e Giappone è rappresentato dall’imminente partecipazione dell’Italia all’esercitazione Rising Sun 2024 nella terra del sol levante. Sebbene il focus geopolitico principale dell’Italia rimanga sul Mediterraneo allargato, la partecipazione al Gcap e l’inclusione nelle esercitazioni militari in Giappone allargano la visione strategica della nazione verso l’Indo-Pacifico. Questa cooperazione militare interregionale si unisce all’interesse crescente della Nato per interazioni più robuste nell’area, creando sinergie che avvicinano Tokyo all’Europa in ambito difensivo. Inoltre, il Giappone ha recentemente ottenuto il nuovo status di osservatore nel progetto Eurodrone, dimostrando un ulteriore passo verso una relazione più stretta con i paesi europei.
La situazione attuale esemplifica un equilibrio in evoluzione geopolitico, mentre le collaborazioni tra nazioni affini si consolidano.