Una giovane escursionista cilena di 30 anni è stata salvata nella notte dal Soccorso Alpino, dopo che non era riuscita a ritornare dal monte Pasubio. La donna, che si trovava in compagnia di due amici, si era allontanata dal gruppo e si era persa lungo un percorso impegnativo e poco segnalato, segnando un’altra pagina di avventure e disavventure nella bellezza delle montagne italiane.
La chiamata d’allerta: quando l’escursionista scompare
Il gruppo di escursionisti, composto da un 42enne vicentino e un’altra cittadina straniera, stava affrontando la discesa dal Rifugio Papa lungo il Voro d’Uderle. Il tracciato scelto è notoriamente difficile, con tratti scivolosi e attrezzati, che richiedono una certa dose di abilità e preparazione. Durante l’attraversamento della parte più tecnica del percorso, la giovane escursionista ha comunicato agli altri di non sentirsi sicura e ha deciso di affrontare un cammino alternativo.
Sfortunatamente, si trovava priva di cellulare, torcia, e indossava scarpe non adatte all’escursione, il che ha complicato ulteriormente la sua situazione. Quando, a un certo punto, non si è presentata al punto di ritrovo, i suoi compagni hanno immediatamente contattato il Rifugio Papa per segnalare l’accaduto, dando avvio a operazioni di soccorso.
L’intervento del soccorso alpino: una missione di salvataggio in notturna
Dopo la segnalazione d’emergenza, circa dieci soccorritori si sono immediatamente attivati per cercare la donna nei vari percorsi della zona. La situazione si è ulteriormente complicata quando, secondo le informazioni ricevute dai Carabinieri, alcuni ragazzi di un campo scout nelle vicinanze avevano udito grida di aiuto provenienti dalla zona del Voro d’Uderle. Questo ha reso necessario un intervento tempestivo, poiché il buio stava calando e la sicurezza della giovane escursionista era a rischio.
In meno di un’ora di cammino, i soccorritori sono riusciti a rintracciare la donna, che si trovava a circa cento metri dal sentiero principale. Era seduta e visibilmente impaurita, stanca e con dolori alle ginocchia e alle mani, probabilmente a causa delle scivolate che aveva subito. Riuscì a raccontare di aver cercato di risalire il sentiero per riunirsi al gruppo iniziale, ma riconoscendo l’approssimarsi del buio, si era arresa e si era fermata in attesa di aiuto, tentativo che si è rivelato fortunato per la sua incolumità.
Un esito fortunato e il valore della sicurezza in montagna
La giovane escursionista è stata recuperata senza gravi conseguenze, qualche graffio e una grande paura, ma fortunatamente in buona salute. L’intervento si è concluso attorno alle mezzanotte e mezza, dopo che i soccorritori hanno accompagnato la donna fino al Rifugio Papa, dove ha potuto riunirsi con i suoi amici. Questo episodio sottolinea l’importanza di una corretta preparazione prima di intraprendere escursioni in montagna, in particolare su percorsi difficili. La mancanza di attrezzature adeguate e di un piano d’azione in caso di emergenze può trasformare un’avventura in un brutto incubo.