Recupero della fertilità del suolo nel ravennate dopo le alluvioni del 2023 e 2024: eccellenza italiana in campo

Recupero della fertilità del suolo nel ravennate dopo le alluvioni del 2023 e 2024: eccellenza italiana in campo

Le alluvioni del 2023 e 2024 hanno devastato le coltivazioni nel ravennate, spingendo alla collaborazione tra istituzioni e aziende per ripristinare la fertilità del suolo e garantire la sostenibilità agricola.
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Recupero della fertilità del suolo nel ravennate dopo le alluvioni del 2023 e 2024: eccellenza italiana in campo - Gaeta.it

La devastazione causata dalle alluvioni che hanno colpito il ravennate nel maggio del 2023 e nel settembre del 2024 ha avuto un impatto significativo sulle coltivazioni agricole della regione. Diverse aree, specialmente quelle adibite a seminativi, orticoltura e viticoltura, hanno subito danni ingenti. Ad affrontare questa crisi ci sono ormai collaborazioni tra agenzie e istituti di ricerca che mirano a ripristinare la fertilità del suolo e a fornire strumenti utili agli agricoltori locali.

La collaborazione tra istituzioni e tecnologie

Il progetto che si sta sviluppando nel ravennate è il risultato di un’importante collaborazione tra Timac Agro Italia e l’Università di California, UC Davis. Questa sinergia ha l’obiettivo di trattare e analizzare i dati derivanti da studi specifici sul suolo, supportati anche da tecnologie satellitari. Attraverso una classificazione dettagliata del suolo e l’analisi delle condizioni attuali, ricercatori e tecnici possono fornire risposte concrete per affrontare i problemi agronomici insorti a causa delle inondazioni.

In particolare, il progetto si articola in diverse fasi. La prima ha previsto lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici sulle coltivazioni, mentre la seconda ha creato una mappa dei vari livelli di intensità dell’impatto. È ora in corso la terza fase, dedicata al confronto dei dati elaborati, che una volta validati, serviranno a delineare nuove pratiche e strategie agronomiche in risposta alle sfide emergenti.

Questa iniziativa ha ricevuto la cooperazione fondamentale del Consorzio Agrario di Ravenna e di Apimai Ravenna, l’associazione degli Agromeccanici della Romagna. Supporto essenziale è giunto anche dal Centro Mondiale dell’Innovazione di Groupe Roullier, a Saint Malo, che include Timac Agro Italia. L’intero processo si fonda su un approccio scientifico per rispondere ad una crisi di grande impatto sul territorio.

I dati sull’impatto delle alluvioni

Le alluvioni del 2023 e del 2024 hanno colpito in modo particolare le aree arabili non irrigate, incidendo su oltre 18 mila ettari di seminativi e orticolture. In totale, sono stati danneggiati quasi 24 mila ettari, di cui 17.320 nell’anno 2023. La classificazione dell’impatto è stata effettuata su una scala da 1 a 3, e i risultati sono preoccupanti: 13.564 ettari sono stati categorizzati con un impatto di classe 1; 7.677 ettari appartengono alla classe 2; 2.306 ettari hanno subito un impatto di classe 3.

Con una base di operatività costituita da circa seimila aziende agricole attive nel ravennate, di cui una minima parte rappresentata da imprese giovanili , la situazione richiede interventi urgenti. Rimettere in funzione queste aziende diventa una priorità non solo per la sicurezza alimentare, ma anche per la stabilità economica di una zona storicamente vocata all’agricoltura.

Il futuro della agricoltura nel ravennate

La partnership tra istituzioni scientifiche e aziende locali segna un passo significativo verso il ripristino della produttività agricola nel ravennate. Pierluigi Sassi, AD di Timac Agro Italia, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione, evidenziando non solo il valore del tessuto socioeconomico locale, ma anche la resilienza che gli agricoltori hanno dimostrato di fronte alle avversità.

Nel contesto attuale, la ricerca e l’innovazione sono fondamentali per garantire che il ravennate non solo recuperi la sua fertilità agricola, ma possa affrontare con successo anche le future sfide legate al cambiamento climatico e alle condizioni meteorologiche estremi. L’obiettivo finale è creare un modello sostenibile e resiliente per l’agricoltura, affinché le generazioni future possano continuare a beneficiare di un territorio ricco e produttivo.

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