Nella storica Basilica Cattedrale del Duomo di Reggio Calabria, si è rinnovato un importante rito che affonda le sue radici nei secoli: la consegna del cero votivo da parte dell’Amministrazione comunale alla Santa Patrona della città, Maria Santissima della Consolazione. Questa tradizione, che si verifica annualmente, segna un momento di riflessione e unità per la comunità locale.
La cerimonia solenne: un atto di devozione collettiva
Presenze e autorità al servizio della comunità
La cerimonia è stata officiata dall’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Fortunato Morrone, e ha visto la partecipazione di numerosi Vescovi provenienti da diverse diocesi calabresi, tra cui l’Emerito della Diocesi di Reggio Calabria, Vittorio, e l’Emerito di Cosenza-Bisignano, Salvatore Nunnari. Accanto a loro, anche Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia. L’evento ha attirato un folto gruppo di autorità civili e militari, guidate dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
In questo contesto, il cero votivo ha assunto un valore simbolico, rappresentando non solo la spiritualità della comunità ma anche l’unione e il sostegno reciproco tra i cittadini. Infatti, il documento di affidamento alla Madonna risale al 10 gennaio 1768, rendendo questo atto un legame storico con il passato.
Messaggi di unità e responsabilità sociale
Il sindaco Falcomatà, durante il suo intervento, ha descritto il momento come “una grande emozione” e ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra i cittadini. Ha richiamato l’attenzione sull’urgenza di lavorare insieme per lo sviluppo culturale, economico e sociale della città. Falcomatà ha incoraggiato tutti a superare la cultura del “partire sbagliato”, esortando a trasformare le difficoltà in opportunità per diventare persone migliori.
La narrativa del discorso si è incentrata sull’importanza di esporsi e denunciare le ingiustizie, affermando la necessità di difendere Reggio Calabria dai fenomeni di mafia e di malaffare. Il sindaco ha ringraziato le forze dell’ordine e la magistratura per il loro impegno nel mantenere l’ordine e la legalità sul territorio, sottolineando che “il silenzio di fronte ai soprusi non può essere tollerato”.
L’importanza della fede e della comunità: l’appello dell’arcivescovo
Riscoprire le Beatitudini: un faro per l’azione sociale
L’arcivescovo Fortunato Morrone, riprendendo le tematiche delle Beatitudini presenti nel Vangelo, ha invitato gli amministratori e i cittadini a creare uno spazio di dialogo e confronto attorno a questi valori. Ha sottolineato come la comunità di Reggio Calabria abbia dato prova di resilienza e impegno, con uomini e donne che sanno unire fede e cultura, Vangelo e impegno socio-politico.
Il messaggio di speranza è chiaramente espresso nel richiamo fatto all’importanza di un progetto che coinvolga i giovani. Morrone ha evidenziato la necessità di costruire una Reggio Calabria accogliente e inclusiva, sottolineando l’urgenza di promuovere un presente e un futuro migliore per la città.
Guardare al futuro: l’augurio per una Reggio Calabria in rinascita
Nella parte finale del suo intervento, l’arcivescovo ha espresso un desiderio forte per la città: quello di risollevarsi con orgoglio e di mobilitare le energie e le competenze dei cittadini. Ha também parlato delle sfide chitante e i contrasti ideologici che ostacolano l’unità, invitando a mettere da parte rivalità campanilistiche per costruire insieme un futuro volto al bene comune.
Morrone ha concluso il suo messaggio ammonendo che “il futuro di Reggio Calabria non dovrebbe essere quello di una ‘permanente incompiuta,’ ma piuttosto quello di una città che riesce a canalizzare le proprie risorse in maniera efficace, per evitare che il suo destino possa essere paragonato a una ‘fiumara a secco’.”
Ultimo aggiornamento il 17 Settembre 2024 da Donatella Ercolano