Renato Vallanzasca: richiesta di detenzione domiciliare per gravi condizioni di salute

Renato Vallanzasca: richiesta di detenzione domiciliare per gravi condizioni di salute

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Renato Vallanzasca: richiesta di detenzione domiciliare per gravi condizioni di salute - Fonte: Ansa | Gaeta.it

La situazione di Renato Vallanzasca, noto ex boss della mala milanese, si fa sempre più complessa. Attualmente detenuto presso il carcere di Bollate, la sua salute è in condizioni gravi, come evidenziato dall’ultima relazione medica del penitenziario. Gli avvocati dell’uomo chiedono un trasferimento in una struttura di cura in Veneto, adatta alle sue esigenze di salute.

Le condizioni di salute di Vallanzasca

Disorientamento e scarsità di collaborazione

Renato Vallanzasca, oggi 74enne, sta affrontando gravi difficoltà sia fisiche che cognitive. L’ultima relazione medica evidenzia un “disorientamento nel tempo e parzialmente nello spazio”, con comportamenti definiti “inadeguati” e una scarsità di collaborazione nel contesto carcerario. I medici hanno sottolineato che le condizioni dell’ex boss sono difficilmente gestibili all’interno del regime penitenziario attuale.

L’equipe medica del carcere di Bollate ha evidenziato che l’ambiente carcerario è “carente nel fornire” le necessarie cure e stimoli cognitivi. Queste carenze sono particolarmente problematiche per Vallanzasca, il quale presenta segni di decadimento mentale che richiedono un ambiente residenziale più attento e adattato alle sue necessità. La relazione richiede quindi un trasferimento in un “ambito residenziale protetto”, evidenziando la necessità di un luogo di cura esterno per garantire il livello di assistenza necessaria.

Il parere degli esperti

Le preoccupazioni per le condizioni di salute di Vallanzasca sono confermate anche da una recente relazione dei servizi di medicina penitenziaria dell’Ospedale San Paolo di Milano. Gli esperti hanno sottolineato che le sue “condizioni cliniche sono difficilmente compatibili col regime carcerario”, suggerendo quindi che sarebbe opportuno per lui ricevere assistenza in una struttura più adatta.

Queste valutazioni hanno spinto i difensori, Corrado Limentani e Paolo Muzzi, a avanzare una richiesta ufficiale al Tribunale di Sorveglianza di Milano. Hanno chiesto il “differimento pena per grave infermità” e hanno già avviato contatti con una struttura assistenziale in Veneto, che si è dichiarata disposta ad accogliere Vallanzasca.

Prossimi passi nel processo legale

Udienza al tribunale di sorveglianza

Oggi, di fronte al Tribunale di Sorveglianza di Milano, si svolgerà un’udienza cruciale per determinare il futuro di Renato Vallanzasca. Gli avvocati si attendono un parere favorevole alla richiesta di detenzione domiciliare, considerando le evidenze fornite dalle relazioni mediche. La Procura generale, insieme alla Procura stessa, dovrà esprimere un parere sulla richiesta della difesa, prima che i giudici, Carmen D’Elia e Benedetta Rossi, prendano una decisione.

Nei mesi scorsi, Vallanzasca aveva già ottenuto l’autorizzazione da parte del Tribunale di Sorveglianza per usufruire di permessi premio di dodici ore, da trascorrere in una comunità terapeutica. Questa precedente decisione potrebbe influenzare positivamente il giudizio sulla richiesta attuale, dato il contesto di fragilità sanitaria del detenuto.

Il futuro di Vallanzasca, dopo oltre cinquant’anni di detenzione e il regime di “fine pena mai”, si sta quindi orientando verso la possibilità di una vita in un ambiente di cura, sempre più necessario alla luce delle sue attuali condizioni di salute.

  • Armando Proietti

    Armando è un giovane blogger esperto di cronaca e politica. Dopo aver studiato Scienze Politiche, ha avviato un blog che analizza e commenta gli eventi politici italiani e internazionali con uno stile incisivo e informativo, guadagnandosi la fiducia di un vasto pubblico online.

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