La recente decisione del Consiglio di Stato ha sollevato un acceso dibattito tra gli enti locali e le imprese di energia, specialmente riguardo alla costruzione e all’esercizio del metanodotto Sulmona-Foligno. Con la sentenza della sezione quarta, i giudici hanno confermato l’autorizzazione unica rilasciata dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza, datata 29 novembre 2022. Questa pronuncia ha significato un duro colpo per il Comune di Sulmona, che ha visto il proprio ricorso respinto e ha dovuto affrontare anche il pagamento delle spese legali in favore della società Snam Rete Gas S.p.A.
Il ricorso del Comune di Sulmona
Impugnazione e motivazioni
Il Comune di Sulmona, rappresentato dall’avvocato Paolo Colasante, aveva presentato un ricorso contro la sentenza del Tar, emessa a gennaio, con l’intento di contestare l’assunto secondo il quale l’autorizzazione per il metanodotto fosse già coperta da giudicato. Il Comune sosteneva che l’autorizzazione per il metanodotto e quella per la centrale di compressione gas di Sulmona dovessero essere considerate come opere distinte, necessitando quindi di valutazioni e autorizzazioni separate. L’amministrazione locale riteneva che il progetto avesse impatti significativi sul territorio e sul contesto ambientale, giustificando così il ricorso.
La risposta dei giudici
La sezione quarta del Consiglio di Stato ha, però, accolto le argomentazioni presentate dalla Snam Rete Gas, evidenziando che la sentenza di primo grado era corretta nell’affermare l’avvenuta formazione del giudicato. I giudici hanno ribadito che il termine di efficacia quinquennale, previsto dalla normativa relativa alla Valutazione di Impatto Ambientale, non fosse applicabile in questo caso specifico. Questo aspetto è stato evidenziato in un passaggio chiave della sentenza, sottolineando la necessità di rispettare i principi di diritto richiamati.
Le conseguenze della sentenza
Impatto sul territorio
La decisione del Consiglio di Stato non solo conferma l’autorizzazione al metanodotto, ma avrà anche conseguenze significative per l’intero territorio di Sulmona. La realizzazione della infrastruttura è vista da alcuni come un’opportunità di sviluppo economico e di modernizzazione delle reti energetiche, mentre per altri rappresenta una minaccia per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Le opere di costruzione del metanodotto potrebbero portare benefici economici ma sollevano anche preoccupazioni legate all’impatto ambientale e alle possibili alterazioni del paesaggio naturale.
L’aspetto legale
Oltre alle implicazioni ambientali, la sentenza impatta anche sul piano legale. Il Comune di Sulmona, condannato a rifondere le spese legali come stabilito dalla sentenza, si trova ora nella situazione di dover riconsiderare strategie legali e politiche da adottare in futuro. La somma di ottomila euro dovrà essere corrisposta alla Snam, un ulteriore aggravio per le già limitate finanze comunali. Questo scenario richiederà agli amministratori locali di pianificare nuove azioni per gestire sia l’opposizione a progetti simili che il mantenimento del dialogo con le imprese.