In Italia la legge stabilisce che i minorenni di età inferiore ai 14 anni non possono essere ritenuti responsabili penalmente per i reati commessi. Tuttavia, gli illeciti di questi minori ricadono direttamente sui genitori, ai quali spetta rispondere civilmente e penalmente in base agli articoli del codice civile. Tra i 14 e i 18 anni, invece, gli adolescenti possono essere considerati responsabili penalmente, ma rimane la responsabilità civile in capo ai genitori per i danni che i figli provocano, anche online.
La responsabilità civile e penale dei genitori per i minorenni
Secondo l’articolo 2048 del codice civile, i genitori devono rispondere in modo oggettivo per i danni causati dai figli minori di 14 anni. Questo significa che qualunque illecito commesso da un bambino sotto i 14 anni impegna la responsabilità diretta dei genitori senza la necessità di dimostrare una colpa specifica. Nei casi di minori tra i 14 e i 18 anni, la legge prevede che i ragazzi possono essere perseguiti penalmente, ma se si tratta di risarcire danni civili la responsabilità ricade ancora sulla famiglia.
Capacità maturativa e responsabilità negli adolescenti
Questa distinzione riflette la capacità maturativa e il grado di consapevolezza dei minori. La responsabilità penale riguarda gli adolescenti capaci di intendere e volere in quel periodo della vita. Ma sotto il profilo civile, il risarcimento di danni a terzi è ancora un compito della famiglia, che deve vigilare e intervenire. Questa regola si applica anche a tutte le attività svolte on line dai ragazzi, come nel caso di diffamazione o aggressioni virtuali.
Risarcimenti per danni causati da adolescenti online: un caso a brescia
Un esempio importante arriva dal tribunale di Brescia, dove è stata condannata la famiglia di una ragazza minorenne che aveva commesso atti di cyberbullismo mediante la creazione di profili falsi sui social per diffondere materiale con contenuti a sfondo pornografico contro una compagna di scuola. La giovane, segnalata come poco matura dal punto di vista cognitivo, è stata al centro di una controversia giudiziaria che ha portato i genitori a pagare un risarcimento di 15 mila euro.
L’autorità giudiziaria ha sottolineato l’obbligo dei genitori di controllare i profili social dei figli minorenni, anche quelli falsi, soprattutto in situazioni di fragilità o vulnerabilità dei ragazzi. In pratica, i genitori devono essere attenti non solo alle azioni dirette dei figli ma anche a comportamenti nascosti che possono causare danni ad altri. Questo principio si estende a tutti i casi di responsabilità civile connessi agli illeciti realizzati sul web dalla fascia adolescenziale.
Responsabilità civile in caso di incapacità di intendere e volere dei figli
L’articolo 2047 del codice civile si occupa del caso in cui figli, indipendentemente dall’età, risultano incapaci di intendere e volere. In queste situazioni i genitori rispondono dei danni provocati dai figli, a meno che riescano a provare di aver adottato tutte le misure necessarie per prevenire quei danni. Si tratta quindi di una responsabilità che può essere limitata solo con la dimostrazione di un attento controllo e di interventi concreti.
Il quadro normativo precisa anche che per iscriversi a un social network bisogna avere almeno 13 anni, ma questa regola viene spesso ignorata. Di fatto, molti minori iniziano a usare le piattaforme social prima dell’età legale prevista, aumentando il rischio di comportamenti illeciti. Per questo motivo, i genitori sono chiamati a una vigilanza adeguata e ad assumersi responsabilità dirette nelle situazioni di danno causate dai figli.
La tutela dei minorenni e le nuove sfide del diritto nella società digitale
Le norme sulla responsabilità civile e penale dei minorenni riflettono un equilibrio difficile da gestire. Da un lato si riconosce la capacità progressiva di responsabilità dei ragazzi, ma dall’altro si tutelano i diritti di terzi possibilmente compromessi dai loro comportamenti. Il coinvolgimento dei genitori nel controllo è un elemento chiave, soprattutto di fronte alla crescita dell’uso di strumenti digitali che amplificano la portata delle azioni dei ragazzi.
In assenza di una sorveglianza attenta, i danni prodotti possono portare a conseguenze finanziarie e legali molto gravi per le famiglie. In particolare quando si tratta di reati commessi in rete dove la diffusione può essere rapida e difficile da arginare. I tribunali stanno mostrando rigore nel richiedere una responsabilizzazione diretta della famiglia ma anche una maggiore attenzione a prevenire tali situazioni. La normativa continuerà a essere un riferimento fondamentale per comprendere i limiti di responsabilità e per assegnare risarcimenti.