ReverseLab: quando arte e cultura si incontrano nel carcere di San Vittore

Il progetto ReverseLab, inaugurato nel carcere di San Vittore a Milano, promuove un percorso artistico e culturale per connettere il mondo carcerario con la città. In collaborazione con istituzioni come il Politecnico di Milano, offre opportunità creative ai detenuti. La mostra “Gli artisti sono quelli che fanno casino” rappresenta un primo passo verso l’inclusione sociale…
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ReverseLab: quando arte e cultura si incontrano nel carcere di San Vittore

La realizzazione di ReverseLab nel carcere di San Vittore segna l’inizio di un importante percorso artistico e culturale che mira a connettere il mondo carcerario con la città di Milano. Inaugurato di recente, questo laboratorio artistico rappresenta un’opportunità unica per esplorare le relazioni umane e la creatività in un contesto di alta disciplina e riflessione. In collaborazione con istituzioni rinomate come il Politecnico di Milano e il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, ReverseLab si propone come un termometro delle trasformazioni sociali e culturali della comunità.

un progetto innovativo per il carcere

ReverseLab è il risultato di una sinergia tra diverse realtà, tutte unite dall’obiettivo di esplorare le potenzialità artistiche e culturali all’interno di un ambiente spesso percepito come isolato. La creazione di questo spazio all’interno del carcere di San Vittore, situato in un’area chiusa dal 1980, ha visto la partecipazione attiva di professionisti del Politecnico di Milano, artisti locali e la fondamentale collaborazione della Fondazione di Comunità Milano. Con il supporto di iniziative come Forme Tentative e Philo – Pratiche filosofiche, il progetto si spinge oltre i confini tradizionali per abbracciare esperienze di vita significative.

Giacinto Siciliano, direttore del progetto, ha evidenziato come la presenza di un laboratorio di progettazione permanente come Off Campus San Vittore offra un contesto fertile per discutere non solo degli spazi fisici, ma anche delle persone e delle loro storie. Questo approccio mira a raccontare le potenzialità di un “altro carcere“, dove l’arte può fungere da strumento di trasformazione sociale e di inclusione.

la mostra ‘gli artisti sono quelli che fanno casino’

Il primo appuntamento di ReverseLab è rappresentato dalla mostra ‘Gli artisti sono quelli che fanno casino. Frammenti di vita dal carcere‘, un’opera site-specific creata dall’artista Maurice Pefura. Questo progetto è stato realizzato attraverso un workshop che ha coinvolto detenuti e agenti di polizia tra marzo e giugno, favorendo un dialogo creativo tra diverse categorie di persone spesso separate dai loro ruoli e dalle esperienze di vita.

L’opera collettiva è composta da una serie di frammenti espressivi, presentati su tessere di carta o altri materiali, disposti lungo le pareti di una lunghezza gallery all’interno del carcere. Questi lavori rappresentano non solo un’espressione artistica, ma anche un tentativo di trasmettere storie e vissuti condivisi, creando un senso di appartenenza e connessione. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 28 ottobre, con accesso limitato a due giorni alla settimana, il sabato e il lunedì, previa prenotazione. I visitatori potranno partecipare a due turni di visita, rispettando le norme di sicurezza e garantendo un’esperienza unica e immersiva.

il ruolo dell’arte come riscatto sociale

Il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, rappresentato dal direttore Diego Sileo, ha sottolineato l’importanza di utilizzare l’arte come strumento di conoscenza in contesti difficili. Attraverso la partecipazione a iniziative educative come ReverseLab, l’arte si trasforma in un veicolo di riscatto sociale, permettendo ai partecipanti di confrontarsi con la propria realtà e di interagire con il mondo esterno.

Sileo ha spiegato come l’arte contemporanea possa fungere da finestra per osservare e comprendere le molteplici sfaccettature delle società in cui viviamo, affrontando argomenti che richiedono particolare sensibilità e attenzione. Questo progetto non solo permette ai detenuti di esprimere la loro creatività, ma offre anche alla comunità la possibilità di interagire e riflettere su temi di rilevanza sociale, dando spazio a un dialogo aperto e costruttivo.

Con iniziative come ReverseLab, il carcere di San Vittore dimostra di voler abbracciare un’evoluzione culturale che potrebbe avere ripercussioni significative per il futuro, cercando di abbattere le barriere e contribuendo a una società più inclusiva e consapevole.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Sara Gatti

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