La chiesa del SS. Crocifisso, situata fuori porta S. Andrea nella zona chiamata Piano Nuovo a Monterubbiano, riapre al culto dopo un lungo periodo di chiusura dovuto a lavori di restauro. L’evento si svolge il 4 maggio 2025, con la partecipazione dell’arcivescovo di Fermo, S.E. mons. Rocco Pennacchio. Questo edificio, importante per la comunità locale, aveva subito decadenza e limitazioni di accesso negli ultimi trent’anni.
origine e restauro del complesso monumentale del ss. crocifisso
Il complesso a cui appartiene la chiesa del SS. Crocifisso ha attraversato una fase difficile negli ultimi decenni, che ha impedito ai fedeli e ai turisti di accedervi. Per lungo tempo, l’edificio è rimasto in stato di abbandono o inagibile, ma grazie a un impegno costante della confraternita proprietaria, la situazione è cambiata. La confraternita del SS. Crocifisso, con un ruolo centrale nel mantenimento e nella gestione del complesso, è riuscita a pianificare e finanziare una serie di lavori che hanno consentito la riapertura.
Il ruolo del priore massimo sgrilli
Il priore Massimo Sgrilli ha guidato queste iniziative, promuovendo attività mirate a portare avanti il progetto di restauro. Non si è trattato solo di un recupero strutturale, ma anche di un intervento conservativo sui beni artistici conservati nella chiesa. Tra questi spicca il dipinto del Battesimo di Cristo di Martino Bonfini da Patrignone , restaurato con particolare attenzione. Sono stati recuperati anche l’acquasantiera risalente al 1619 e le stazioni della Via Crucis, elementi fondamentali per la devozione locale.
Dettagli architettonici e contesto storico della chiesa
Nonostante la chiesa del SS. Crocifisso si trovi in una zona rurale, la sua struttura si distingue per un valore architettonico notevole, valorizzato dalla posizione immersa nel paesaggio naturale. Costruita nel 1590 per volontà di monsignor Paolo Pagani, la chiesa ha visto un impegno finanziario diretto del prelato insieme al contributo della comunità locale. La costruzione appartiene alla confraternita che ha continuato a officiarla con costanza nel tempo.
L’edificio presenta uno stile che, pur risalendo alla fine del XVI secolo, rispecchia l’impostazione barocca con richiami provinciali marchigiani. La pianta è a croce latina, con una sola navata che confluisce nel coro rettangolare. Ai lati del transetto si trovano due cappelle laterali. La struttura è realizzata completamente in mattoni, con una facciata a capanna dotata di un porticato continuo che poggia su colonne e paraste. Le arcate davanti all’ingresso principale sono sorrette da colonne doppie e copertura a crociera.
Il portale e le decorazioni esterne
Il portale centrale è in travertino e porta l’arma del cardinale Bandini, mentre i due portali laterali si distinguono per le decorazioni specifiche: quello a monte mostra lo stemma di mons. Paolo Pagani, l’altro riporta l’emblema del municipio.
Le decorazioni interne e opere d’arte conservate
L’interno della chiesa conserva la pavimentazione originale in cotto, che si contrappone all’ampia copertura a volta a botte. In corrispondenza dell’incontro tra navata e transetto, un tempo si ergeva una cupola, oggi crollata. Rimane visibile il tiburio poligonale, testimonianza della struttura originaria. All’interno, gli elementi decorativi originali sono stati parzialmente persi nel tempo.
Le testimonianze della decorazione barocca sono rilevabili soprattutto nel coro e nel transetto, dove si possono ancora osservare affreschi e stucchi con figure antropomorfe e motivi floreali. Tra le opere più note spicca un affresco della Crocifissione realizzato da Giovanni Colucci da Santa Vittoria nel 1591 per l’altare maggiore.
L’intervento di restauro ha privilegiato il recupero di questi elementi artistici, in modo da restituire all’edificio un aspetto fedele all’originaria immagine, valorizzando al tempo stesso il ruolo spirituale e culturale della chiesa.
Gli edifici annessi: casa canonica e casa colonica
Accanto alla chiesa si trova la casa canonica, costruita nello stesso periodo, che svolgeva funzione abitativa per il clero. La struttura è coeva alla chiesa e si inserisce con continuità stilistica nel complesso. Ad essa si aggiunge una casa colonica, edificata in epoche successive, che complessivamente completa il luogo dal punto di vista funzionale e architettonico.
Questi edifici rendono il complesso un esempio interessante di architettura religiosa e contadina, legata a funzioni di culto e di vita quotidiana della comunità . La gestione della confraternita ha anche riguardato questi spazi, mantenendoli accessibili e curati.
L’evento del 4 maggio segna una tappa fondamentale nella storia della chiesa del SS. Crocifisso di Monterubbiano, permettendo a cittadini e visitatori di tornare a fruire di uno spazio ricco di memoria e arte. La partecipazione dell’arcivescovo di Fermo sottolinea l’importanza della riapertura per il territorio e per la comunità ecclesiale locale.