La scomparsa nel 1980 di Jeanette Bishop, ex baronessa Rothschild, e della sua assistente Gabriella Guerin, ha riacceso l’interesse della procura di Macerata, che ha deciso di riaprire il caso. L’evento, avvenuto sui Monti Sibillini, ha portato a una serie di misteri e speculazioni che si sono accumulati nel corso degli anni. Mentre emerge la voce di Gioia, figlia di Gabriella, le ombre che avvolgono questo affare sembrano farsi sempre più fitte.
Un mistero lungo oltre quattro decenni
Il 29 novembre del 1980, la baronessa Rothschild e la sua segretaria si trovavano nei pressi di Sarnano, località nota per le sue bellezze naturali, per lavorare su alcuni restauri in una casa acquistata nella zona. A causa della loro scomparsa, che ha lasciato l’Italia intera con il fiato sospeso, le autorità avviarono subito le ricerche, ma solo 13 mesi dopo, il 27 gennaio 1982, gli scheletri delle due donne furono rinvenuti da cacciatori in un bosco a Podalla di Fiastra. Le circostanze della loro morte sono da sempre avvolte nel mistero, e la procura ha di recente deciso di riaprire l’indagine.
Il ritrovamento dei corpi non ha portato a risposte chiare, ma ha alimentato teorie e speculazioni. Le modalità della scomparsa e della successiva scoperta dei corpi hanno fatto pensare a un delitto premeditato, piuttosto che a un tragico incidente. La rilettura della vicenda con un approccio più attuale potrebbe mettere in luce nuovi dettagli irrilevanti nel corso degli anni, soprattutto considerando le numerose ipotesi che si sono susseguite.
La testimonianza di chi non ha mai smesso di cercare la verità
Gioia, oggi adulta e madre, ha deciso di raccontare la sua storia e il dolore che ha vissuto come orfana di madre. Racconta che all’epoca della scomparsa, aveva solo due anni, mentre il suo fratello Ottavio ne aveva undici. I ricordi sono limitati, ma le racconta che sua madre rappresenta un simbolo di una qualche sorta di ingiustizia che ha investito la sua vita. “Mamma è diventata martire di qualcosa di più grande di lei”, afferma con una voce carica di emozione.
Viene rinforzato il concetto che il caso contiene elementi che si intrecciano con eventi storici tragici e figure pubbliche. Infatti, nel corso degli anni, sono emerse diverse connessioni, tra cui quella con il caso Orlandi e il coinvolgimento di figure come Paul Marcinkus, presidente dell’Istituto per le Opere di Religione. La sua testimonianza porta con sé anche il peso di questi collegamenti, potenzialmente esplosivi. Ma Gioia resta scettica: “Ho paura che rimarrà un mistero”, dice, riflettendo su come i nomi coinvolti nel caso possano essere intoccabili.
Le ipotesi e le speculazioni che circondano la vicenda
Dalla scomparsa di Jeanette Bishop e Gabriella Guerin, numerose teorie hanno circolato nel tempo, alimentando il mistero. Sono stati menzionati episodi come l’omicidio di Roberto Calvi e un furto alla casa d’aste Christie’s di Piazza Navona, rendendo la storia ancor più intricata e sfaccettata. Le ipotesi sembrano molteplici e variegate, ognuna delle quali aggiungendo un ulteriore strato di complessità.
Questi eventi hanno non solo messo alla prova l’abilità investigativa delle forze dell’ordine, ma anche colpito l’immaginazione di chi ha seguito la vicenda nel corso degli anni. Le domande rimangono senza risposta, mentre la memoria di Gabriella e Jeanette continua a vivire nel dolore dei familiari e nei racconti di chi è stato coinvolto, inclusa Gioia, che resta ferma nella sua convinzione che le due donne non siano scomparse per caso.
La riapertura del caso segna un nuovo capitolo nella ricerca della verità, e le speranze di ottenere giustizia per queste due tragiche figure sono più forti che mai. Il mistero, ancora irrisolto, continua a solleticare l’attenzione pubblica, avvolgendo la vicenda di un alone di inquietudine e interesse duraturo.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Sara Gatti